Verso il nuovo: tra swing e bebop
Quando si parla della nascita del bebop si fa di solito riferimento alle registrazioni effettuate nel 1941 al Minton's, in cui Charlie Christian, Thelonious Monk e Kenny Clarke collaborarono. Però, è forse più interessante sottolineare la genesi del bop in seno all'orchestra di Earl Hines (con Parker e Gillespie), due anni dopo, e soprattutto in quella di Billy Eckstine, dal 1944 al 1946: per questa formazione passarono Bird, Dizzy Gillespie, Dexter Gordon, Gene Ammons, Leo Parker, Tommy Potter, Art Blakey, Fats Navarro, Sarah Vaughan, insieme a jazzisti che restavano ancorati a un linguaggio più tradizionale, come Budd Johnson, e legati al periodo swing. Fra i rappresentanti di quest'ultima tendenza, che furono apprezzati ospiti nei complessini pre-bop, si possono ricordare Oscar Pettiford, Tiny Grimes, Clyde Hart e altri membri delle sezioni ritmiche che si esibirono spesso a fianco dei musicisti d'avanguardia del momento. Il sax tenore Don Byas fu forse, tra i jazzisti classici, colui che più di altri prese parte a registrazioni e piccole formazioni annoverabili fra gli antecedenti del bop. Fra i musicisti che anticiparono il nuovo possono essere presi come figure esemplari Lester Young e Charlie Christian.
Lester Young, un genio tra splendore e nulla
Il sassofonista, clarinettista e compositore Lester Young (Woodville 1909 - New York 1959) iniziò la carriera a Kansas City e a New York, suonando con K. Oliver, B. Moten, F. Henderson e A. Kirk. Nel periodo dal 1934 fino all'estate del 1939, egli cominciò lentamente a emergere, esprimendosi con un linguaggio estremamente eterodosso e controcorrente, mentre il "monarca" del sax Coleman Hawkins si trovava in Europa. Era, la sua, una voce isolata e sostanzialmente incompresa. L'impatto del suo stile non avrebbe dato frutti fino alla metà degli anni Quaranta. Un tale ritardo non impedì, tuttavia, che nel frattempo Lester Young attuasse la prima grande rivoluzione nel linguaggio del jazz, dopo le straordinarie innovazioni di Louis Armstrong. Egli dotava di una mobilità estrema la linea melodica, svincolandola dal tema di partenza, e impose un progresso radicale nel trattamento delle armonie, mediante l'utilizzo di accordi incidentali e l'improvvisazione sulle scale. Infine, con una sonorità interiorizzata, rese possibile un sensibile ampliamento degli orizzonti ritmici.
Arruolato forzosamente nell'ottobre 1944, rimase nell'esercito meno di un anno, ma l'esperienza si rivelò drammatica per la detenzione che gli venne inflitta a causa della sua dedizione all'alcol e alla marijuana e per i rancori razziali di cui venne fatto oggetto. Tornato alla vita civile, Lester si chiuse quasi interamente in se stesso, vietandosi di comunicare con un mondo che l'aveva aggredito violentemente e gli aveva procurato ferite insanabili. Collaborò poi con i musicisti bebop, registrando prestazioni di tutto rilievo, anche se distanti dallo stato di grazia della fine degli anni Trenta. Si spense consumato da eroina, cocaina e alcol. La sua sonorità leggermente smorzata e nasale, priva di vibrato, la tecnica ricca di ritardi sul tempo di base e di sfumature, le sue intuizioni, poi concettualizzate da Lennie Tristano e dalla sua scuola, da Jimmy Giuffre e tanti altri, anticiparono molte pagine della successiva scuola del cool jazz.
Charlie Christian, pioniere del bebop
Nel 1937 Charlie Christian (Dallas 1916 - New York 1942), dopo aver suonato vari strumenti in orchestre di Oklahoma City, dove la sua famiglia si era trasferita nel 1921, dopo averla ascoltata per caso si interessò alla chitarra elettrica e in breve ne divenne maestro: il primo e, a tutt'oggi, il più grande. Il primo influsso stilistico indiscutibile sulla formazione di Christian gli giunse da Lester Young: infatti, si ispirerà a lui per suonare la chitarra come un sax tenore, cioè a nota singola, sfruttando lo spessore e la durata dei suoni offerta dall'amplificazione elettrica del nuovo strumento. Figura cardine nel passaggio dallo swing al bebop, con la sua gaia e zampillante vena improvvisativa e con lo scintillio timbrico del suo strumento Christian rese di colpo popolare la chitarra elettrica. Scoperto nel 1939, Christian suonò per due anni con B. Goodman in piccole formazioni e, come solista ospite, nell'orchestra, ottenendo sempre ampi successi.
Grazie alle incisioni effettuate con un magnetofono da un appassionato frequentatore del piccolo club Minton's, principale centro di riunione dei musicisti jazz d'avanguardia, sono pervenuti documenti di incalcolabile valore sulla genesi del bop. Fra le interpretazioni di Christian raccolte emerge specialmente quella battezzata From Swing to Bop, che contiene il più fantasioso e travolgente assolo di Christian di cui si sia in possesso: un'improvvisazione in cui è condensato tutto il nuovo vocabolario della chitarra jazz e che per almeno tre decenni è stata l'unico vero manuale per apprendere i segreti del moderno linguaggio chitarristico.