La ribellione del bebop
In sintesi
Redazione De Agostini
Le origini del Bebop | La genesi del bop può essere vista in luoghi distinti e collegati: sia nelle registrazioni effettuate nel 1941 al Minton's, in cui Charlie Christian, Thelonious Monk e Kenny Clarke collaborarono, sia in seno all'orchestra di Earl Hines (con Parker e Gillespie), due anni dopo, e soprattutto in quella di Billy Eckstine, dal 1944 al 1946. Il bebop nacque dunque a New York nel 1941-44, nel corso di jam sessions notturne tra giovani solisti neri di idee innovative: C. Christian (che morì prima della sua affermazione), D. Gillespie, C. Parker, B. Powell, T. Monk, K. Clarke. |
Le caratteristiche | Stile di notevole difficoltà esecutiva, basato su ritmi intricati, armonie ardite, melodie tortuose e poco orecchiabili, si connotò subito come una musica ribelle e protestataria, intesa da pochi iniziati. Da un punto di vista tecnico, il primo comandamento bop esigeva l'oscuramento del beat, cioè di quella continua pulsazione ritmica che impartiva il tempo ai ballerini. Com'era immaginabile, nei primi tempi l'idea rimase relegata in jam sessions mattutine e club per pochi intimi: furono questi locali a rendere possibile il lento coagularsi di un nuovo culto, il cui idolo supremo fu Charlie Parker. |
C. Parker | Alla fine del 1942 C. Parker e D. Gillespie furono assunti nell'orchestra del pianista Earl Hines, ma la formazione, in cui convivevano musicisti swing e moderni, non sopravvisse a tale ambivalenza di stile e si sciolse in poco tempo. Alla fine del 1944 il trombettista D. Gillespie si unì a Parker e i due per diversi mesi sciorinarono la nuova musica di fronte a un pubblico di appassionati. Nel 1945 Parker incise in quintetto per la casa discografica Savoy quello che può essere ritenuto il manifesto del bebop: si tratta del capolavoro intitolato Ko Ko, nel quale Parker produce una proliferazione di elementi inventivi, con un conseguente allargamento dell'orizzonte estetico. Preda del disordine personale, schiavo dell'alcol per la difficoltà di reperire droga, Parker ebbe una crisi di follia, dalla quale si riprese dopo il ricovero in un ospedale psichiatrico; nel 1947-48 diresse un quintetto comprendente M. Davis e attraversò la sua stagione più serena e feconda (creò brani come Out of Nowhere, Parker's Mood). |
Gillespie | Dizzy Gillespie, trombettista di primissimo piano, mosso dai principi della proibizione assoluta del vibrato e del primato dell'immaginazione, musicista dallo stile di suprema arditezza tecnica, pieno di esplosioni squillanti. |
Monk | Thelenious Monk, pianista antivirtuoso e compositore di estrema complessità, sia armonica, sia ritmica, improvvisatore ricco di ardite dissonanze. |
Powell | Bud Powell, ideatore del pianoforte bebop: lievi, sincopati accordi di punteggiatura armonica e ritmica alla mano sinistra e lavoro solistico con lunghe, tortuose frasi "da sax" alla destra, sviluppate senza sovrapposizione di note. |
Clarke | Kenny Clarke, sperimentatore per la batteria jazz di nuove sonorità e nuove tecniche di scansione del ritmo di base. |
Navarro | Fats Navarro, eccelso virtuoso della tromba dal fraseggio articolatissimo, ma morbido e sereno. |
Sarah | Vaughan Sarah Vaughan, la più grande cantante jazz del dopoguerra e maestra di arditissima tecnica bop. |