Letteratura e politica
La lirica politica di Enzensberger
Hans Magnus Enzensberger (Kaufbeuren, Baviera, 1929) fu uno degli esponenti del Gruppo '47. Dopo avere esordito come poeta elegante e aggressivo con la raccolta Difesa dei lupi contro le pecore (Verteidigung der Wölfe gegen die Lämmer, 1957), si volse con sempre maggior interesse alla saggistica, incentrata sulla polemica nei confronti dell'imperialismo capitalistico e i suoi mezzi di comunicazione di massa (Poesia e politica, Poesie und Politik, 1962). Nel 1965 fondò a Berlino la rivista “Kursbuch”. Nel 1968 si recò negli U.S.A. con una borsa di studio, ma, disgustato dalla guerra americana in Vietnam, si trasferì a Cuba. Si è dedicato quindi a una letteratura di tipo documentario con il dramma L'interrogatorio all'Avana (Das Verhör von Habana, 1970) e col romanzo-collage La breve estate dell'anarchia (Der kurze Sommer der Anarchie, 1972). Tra il 1969 e il 1977 ha scritto in forma di reportage lirico il poema in trentatre canti La fine del Titanic (Der Untergang der T., 1978), sottotitolandolo Una commedia con esplicita allusione alla Divina Commedia dantesca. Sorta di visione apocalittica profilata a partire da una meditazione sulle tensioni e i contrasti socio-politici accesisi nei quasi due decenni della sua composizione, La fine del Titanic viene da lui stesso considerata la sua opera maggiore. Ma accanto a questo poema occorre ricordare la raccolta di poesie La furia della caducità (Die Furie des Verschwindens, 1980), uno degli esiti più riusciti della poesia tedesca contemporanea. Una rinuncia all'utopia segna invece gli ultimi suoi volumi, tra cui Mediocrità e follia (Mittelmass und Wahn, 1988).