L'espressionismo
In sintesi
Redazione De Agostini
Espressionismo | Movimento sorto prima nel campo delle arti figurative a partire dal 1905 circa, estesosi poi alla musica e, tra il 1910-1920, alla letteratura. Appaiono dominanti, in particolare nella produzione lirica, gli accostamenti inconsueti, le immagini stravolte, le improvvise condensazioni del ritmo, le esclamazioni eccessive, tutte a sottolineare l'angoscia per l'isolamento del soggetto, la dissociazione delle sue consuetudini percettive, il rifiuto dell'invadenza del mondo esterno. Per la polemica sociale spinta sino all'eccesso della caricatura e per l'esaltazione della visionarietà, nell'ambito della produzione teatrale l'espressionismo ruppe nettamente con gli schemi e i canoni del naturalismo. |
La lirica | Voci principali: la poetessa E. Lasker-Schüler, influenzata dallo stile biblico ma autrice di una lirica carica di suggestioni erotiche e visionaria; il poeta G. Heym, che cantò la solitudine dell'individuo moderno. La figura più importante rimane G. Benn, che passò da una lirica fredda e precisa a una scrittura più immaginifica, inclinata a soluzioni ermetiche, mantenendo tuttavia sempre un acuto nichilismo di fondo. |
Prosa | Oltre alle novelle di Benn, si ricordano i drammi di Hasenclever, i drammi e le tragedie di Kaiser, con i suoi personaggi in lotta contro il mondo tecnologico in una società disumanizzata. |