Apogeo della letteratura praghese: Kafka
- Apogeo della letteratura praghese: Kafka
- Il binomio di letteratura ed ebraismo nella "città magica"
- Nella "tana" dell'angoscia contemporanea: Kafka
- Approfondimenti
- Riepilogando
Il binomio di letteratura ed ebraismo nella "città magica"
Nel sec. X, attorno ai due castelli di Hrádcany e Vysehrad si sviluppò il primo centro abitativo di Praga, città divenuta poi, nel sec. XIII, capitale della Boemia e, nel secolo successivo, dell'impero. Tra i secc. XII e XIII si originò la colonia ebraica praghese, crescendo su nuclei fondati addirittura già nel sec. X da quei mercanti ebraici che vi stazionavano lungo l'itinerario da Oriente a Occidente. Praga ebbe così la propria città ebraica, fitta di viuzze e casupole fatiscenti, entro il proprio territorio cittadino; eresse le mura del ghetto (conservatesi intatte sin quasi a metà del sec. XIX) entro le proprie mura. E in quella pencolante e magica città nella città, che, come ogni ghetto, conobbe persecuzioni e pogrom, usura e balzelli, si produsse una letteratura destinata ad offrire alla letteratura universale di tutti i tempi personalità e opere pregne di un inconfondibile spirito. All'inizio del sec. XIX Praga conobbe poi un'inaspettata fioritura della letteratura di lingua tedesca, anche questa però mai cresciuta troppo lontano dalle fonde radici ebraiche della capitale boema.
Tre voci principali
Gustav Meyrink, pseudonimo di Gustav Mayer (Vienna 1868 - Starnberg, Baviera, 1935), svolse la professione di direttore di banca a Praga fino al 1902, anno della bancarotta del proprio istituto. Trasferitosi a Monaco, cominciò a pubblicare su “Simplicissimus” romanzi e racconti ispirati a Poe e a Hoffmann e ambientati per lo più a Praga. Le sinistre viuzze della città, sulle quali incombe la mole del castello, fanno da sfondo al suo romanzo più famoso, Il Golem (Der Golem, 1915), che riprende la leggenda ebraica del terrificante automa di creta modellato dal grande rabbino Löw per difendere i suoi correligionari dalle persecuzioni. Meyrink fu autore anche di: La faccia verde (Das grüne Gesicht, 1916); La notte di Valpurga (Die Walpurgisnacht, 1917); Il domenicano bianco (Der weisse Domenicaner, 1921). Nel 1927, a sottolineare il suo rifiuto della società borghese, dalla quale aveva cercato di evadere con la fantasia, si fece buddista.
Di famiglia ebraica, lo scrittore ceco di lingua tedesca Max Brod (Praga 1884 – Tel Aviv 1968) aderì al sionismo nel 1913 e successivamente emigrò in Palestina (1939). Nei suoi romanzi molte le suggestioni legate al mondo ebraico e alla città di Praga: Una domestica ceca (Ein tschechisches Dienstmädchen, 1909), Arnold Beer (1912) e Tycho Brahe e il suo cammino verso Dio (Tycho Brahes Weg zu Gott, 1916). Amico fraterno di Kafka, delle cui opere ebbe il merito di essere il curatore, ne tratteggiò la figura nella biografia La fede e la dottrina di Franz Kafka (Franz Kafkas Glauben und Lehre, 1948). Fu non soltanto narratore ma anche autore di saggi sulla questione del giudaismo.
L'opera letteraria di Alfred Kubin, pittore e scrittore austriaco di origine boema (Litomericz, Boemia, 1887 - Zwickledt, Austria, 1959), costituisce parte integrante e inscindibile della sua attività di disegnatore, come appare soprattutto nel romanzo L'altra parte (Die andere Seite) pubblicato nel 1909, anno in cui l'artista partecipò alla “Nuova Associazione degli Artisti” di Monaco. Viaggio in una città simbolica, spettrale utopia votata alla dissoluzione, il romanzo influenzò Il castello di Kafka. L'allucinante visione del mondo, sopraffatta dal fantastico e dal macabro, emerge anche dai racconti La camera ottica (Der Guckkasten, 1925) e dall'autobiografia Demoni e visioni notturne (Dämonen und Nachtgesichte, 1926-31).