Il romanticismo
- Il romanticismo
- Per una definizione del romanticismo
- Origine storica e caratteri generali del romanticismo
- Le "scuole" romantiche: il circolo di Jena
- Il circolo di Heidelberg
- Approfondimenti
- Riepilogando
Le "scuole" romantiche: il circolo di Jena
Primo circolo romantico può essere considerato quello formatosi a Jena intorno ai fratelli Schlegel e alla rivista “Athenäum” (1798-1800) pubblicata a Berlino su loro iniziativa. Essi posero al centro dei loro interessi la letteratura europea medievale e moderna, ricercandovi la genesi di un'arte “romantica” in opposizione al classicismo antico; si dedicarono in particolare alla letteratura spagnola, cosicché accanto a Shakespeare collocarono il teatro di Calderón, accanto alle ballate scozzesi i romances spagnoli tardomedievali, e dichiararono “capolavoro perfetto della somma arte romantica” il Don Chisciotte. Tra i caratteri del romanticismo letterario per gli Schlegel ci sono l'ironia, intesa come superiorità e distacco del poeta nei confronti della propria creazione, la metafora (donde la rivalutazione del dramma barocco spagnolo) e infine una nuova mitologia di derivazione cristiano-medievale. Nel cristianesimo è radicata anche la caratteristica fondamentale attribuita alla poesia romantica, quella del desiderio di infinito o Sehnsucht, l'aspirazione a trascendere la finitezza del mondo. Molto perspicuamente Madame de Staël, nel mettere in rilievo il carattere introspettivo e sentimentale del romanticismo, lo riconduce al “pentimento cristiano”. La religiosità romantica comunque ha spesso assai poco in comune con il cristianesimo storico, essendo essa piuttosto sentimento immediato del divino, intuizione del divino entro lo spirito umano ed entro la natura, che assume talora tratti panteistici (per esempio in Hölderlin). Il gruppo di Jena, di cui fecero parte Novalis, L. Tieck, F. Schleiermacher e F. Schelling, diede anche un indirizzo marcatamente filosofico alle proprie concezioni, dapprima attingendo dall'idealismo di J.G. Fichte (la cui idea di un'infinita attività tensiva dell'Io fu utilizzata a sostegno della Senhsucht), poi assumendo forma indipendente con l'“idealismo magico” di Novalis e, soprattutto, con il Sistema dell'idealismo trascendentale (1800) di Schelling. Quest'ultima opera, grazie alla sua concezione dell'identità di spirito e natura, e alla visione dell'arte come organo dell'assoluto in quanto rappresentazione dell'infinito nel finito, divenne per qualche anno il testo filosofico ufficiale del romanticismo tedesco.
Tieck
Nel 1799 Ludwig Tieck (Berlino 1773 - 1853) costituì il circolo romantico di Jena con Novalis, i fratelli Schlegel, Schelling e Fichte ed entrò in rapporto con Goethe e Schiller. Dal 1819 visse a Dresda, dove fu regista del teatro di corte, fino a quando nel 1841 fu chiamato alla corte di Berlino con la carica di consigliere e intendente per il teatro. Fu una delle figure di maggior rilievo del romanticismo di Jena, rappresentante di quella volontà di conciliare mondo fantastico e realtà e di dare forma esteticamente coerente a un'irrequieta ispirazione poetica, propria di molti romantici. Oltre che editore delle opere di Kleist, Lenz e Novalis, di testi popolari, dei canti del Minnesang svevo (1803), fu geniale traduttore del teatro di Shakespeare (1825-33) e del Don Chisciotte di Cervantes (1799-1804). Dal successo di Fantasie sull'arte (Phantasien über die Kunst), composte insieme con Wackenroder (pubblicate solo nel 1799) e teorizzanti l'unità romantica di arte e vita, Tieck passò alla narrativa con alcuni racconti e con il romanzo epistolare Storia del signor William Lovell (Geschichte des Herrn W. L., 1795-96), vicenda di un giovane intellettuale il cui deluso idealismo si converte in radicale cinismo. Seguì Le peregrinazioni di Franz Sternbald (F. Sternbalds Wanderungen, 1798), in cui la musica, la natura, il sogno di un improbabile Medioevo si fondono in un artificioso e sentimentale paesaggio. Allo stesso registro espressivo appartengono i drammi medievali, il più riuscito dei quali è Vita e morte di santa Genoveffa (Leben und Tod der heiligen Genoveva, 1799). Una parte di rilievo nella produzione di Tieck è rappresentata dalle fiabe, riscrittura di storie popolari come La mirabile storia d'amore della bella Magelone e del conte Pietro di Provenza (Wundersame Liebesgeschichte der schönen Magelone und des Grafen Peter aus der Provence, 1796), e fiabe di propria invenzione come Il biondo Ecberto (Der blonde Eckbert, 1796), che è un capolavoro nel genere, e Il fedele Eckhart (Vom getreuen Eckhart, 1799). La più scatenata ironia antiborghese e antilluministica gli ispirò la gustosissima commedia Il gatto con gli stivali (Der gestiefelte Kater, 1797), cui seguirono altre due commedie, Il mondo alla rovescia (Die verkehrte Welt, 1798) e Il principe Zerbino (Prinz Zerbin, 1799), che anticipa i moderni espedienti di rottura dell'illusione scenica. Con il lungo racconto Rivolta nelle Cevenne (Aufruhr in den Cevennen, 1826) e con il romanzo d'ambiente rinascimentale Vittoria Accoromboni (1840), Tieck passò a un moderato realismo, dando inizio al romanzo storico in Germania.
Wackenroder
Wilhelm Heinrich Wackenroder (Berlino 1773 - 1798) ricevette un'educazione illuministica, prima dal padre, poi dagli insegnanti del ginnasio Friedrichswerder, dove fu compagno e amico di L. Tieck. Nel 1793 frequentò, con Tieck, l'università di Erlangen, e lì nacque il suo interesse per l'antica pittura tedesca; a Gottinga, l'anno dopo, lesse Vasari e si entusiasmò per la pittura italiana del Rinascimento. Rientrato a Berlino nel 1797, vi morì poco dopo di tifo.
La sua opera più importante Effusioni del cuore di un monaco amante dell'arte (Herzensergiessungen eines kunstliebenden Klosterbruders, 1796 con data 1797), contiene saggi e racconti sulla pittura e su vari pittori (tra cui Raffaello e Dürer), nonché una novella incentrata sul tema della musica. Egli espose in forma di una coerente teoria dell'arte ciò che si intende per sentimento romantico. Si tratta di una rivendicazione dell'importanza dello stato d'animo (Stimmung) e della sensibilità mistica per il bello contro il razionalismo dell'epoca. La concezione di Wackenroder si estende anche alla religione: l'arte è infatti la via preziosa all'infinito e all'assoluto, i fenomeni sono simboli dell'universale. L'epoca che ha maggiormente realizzato questo spirito è il Medioevo, cui Wackenroder si volse come a un ideale riproponibile ai contemporanei contro la nefasta razionalità illuministica. Alcune parti di queste Effusioni, documento importante del rapporto del primo romanticismo con la natura e con l'arte del Rinascimento, sono dovute a Tieck, che curò poi la pubblicazione postuma di un'altra opera di Wackenroder, le Fantasie sull'arte per amici dell'arte (Phantasien über die Kunst für Freunde der Kunst, 1799), dedicate prevalentemente alla musica, concepita quale arte suprema, libera da ogni istanza e prescrizione imitativa, immagine astratta della pura interiorità.