I poëtae novi, o neóteroi
In sintesi
I neóteroi | Per influsso delle teorie estetiche dei poeti alessandrini, di Callimaco in particolare, i neóteroi (o poetae novi, poeti nuovi) rinnovano nel profondo la poesia latina. Rifiutano l'epica tradizionale, i drammi teatrali, la concezione di una poesia impegnata civilmente. Propugnano una lirica breve nella composizione, raffinata nello stile e decisamente erudita, di argomento generalmente erotico, personale o mitologico. I generi preferiti sono l'epillio, l'elegia, il giambo e l'epigramma. |
Gli esponenti | Oltre a Catullo, il più grande, i più famosi sono: Valerio Catone, autore di Lydia, una raccolta di elegie d'amore, e di un epillio, Diana; Furio Bibaculo, autore dell'epillio Aethiopis, di un poema epico sulla guerra gallica e di epigrammi contro Ottaviano; Licinio Calvo, scrittore dell'epillio Io e di elegie in memoria della moglie Quintilia; Elvio Cinna, cui si deve il raffinato poemetto mitologico Zmyrna; Varrone Atacino, autore del poema Bellum Sequanicum, dell'epillio geografico Chorographia e delle elegie d'amore per una certa Leucadia; Tìcida e di Cornificio, dei quali non resta nulla. |