La poesia
Allo stile neoclassico si ispirarono gli Hartford Wits (i talenti di Hartford), un gruppo di intellettuali e poeti del Connecticut che avevano studiato a Yale (Timothy Dwight, 1752-1817; Joel Barlow, 1754-1812; Richard Aslop, 1761-1815): piuttosto snob, pungentemente satirici, essi rappresentarono un'esigenza di cultura non improvvisata. La necessità di definire poeticamente l'identità americana e i futuri destini dell'America generò una serie di composizioni in cui la tendenza all'oratoria e il distacco eroico erano predominanti.
Il genere burlesco e quello dell'epica burlesca (mock-epic) fornirono alcuni validi esempi con John Trumbull (1750-1831), che trasferì in ambito americano peripezie comico-satiriche alla Pope (The progress of dullness, Il cammino della stupidità, 1772-73; M'Fingal, 1782).
Philip Freneau
Philip Freneau (1752-1832), newyorkese di ascendenza ugonotta, segretario di un proprietario terriero nell'isola caraibica di Santa Cruz, poi capitano di mare, trasferitosi a Philadelphia si guadagnò la fama come giornalista, autore di satire e poeta. Come redattore del "Freeman Journal" scrisse versi appassionati in favore della rivoluzione americana, tanto da venire identificato come il "poeta della rivoluzione americana", e fu acceso sostenitore, come Thomas Paine, della rivoluzione francese. Nella sua opera sono evidenti gli elementi preromantici, sempre trasferiti su un piano di impegno pubblico e fervore politico; influenzato dalla poesia preromantica inglese, ne traspose i temi notturni e sepolcrali adattandoli a motivi americani. Tra le sue opere: The British prison ship (La galera britannica, 1771), The house of night (La casa della notte, 1775), The Indian burying ground (Il cimitero indiano, 1778) e The wild honey sucke (Il caprifoglio selvatico, 1786), in cui il poeta vede gli indiani non solo come i "nobili selvaggi" della tradizione illuministica, ma come "gli antichi di queste terre". Fra i poeti del XVIII secolo, Freneau fu l'unico a mostrare una certa musicalità e varietà di toni e a impiegare un linguaggio poetico di raffinata semplicità, che si elevava sull'artificiosa oratoria di molti suoi contemporanei.