Romanzo storico e autobiografia
In sintesi
Redazione De Agostini
Il romanzo storico | Nasce come genere narrativo che combina la storia con l'invenzione e mostra lo stretto legame fra il comportamento dell'uomo e le condizioni storiche del tempo in cui egli vive. Ne è iniziatore lo scozzese Walter Scott (1771-1832), autore di ventisette romanzi, due raccolte di racconti e di opere storiche, biografiche e critiche; i suoi romanzi migliori sono quelli d'ambientazione scozzese: Waverly (1814), Guy Mannering ((1815), Rob Roy (1817), La sposa di Lammermoor (1819); il suo romanzo più popolare è, però, d'ambientazione medievale: Ivanhoe (1820). |
Il romanzo-conversazione | Prevale il dialogo sull'intreccio e ne è principale rappresentante Thomas Love Peacock (1785-1866), che nei suoi romanzi (tra gli altri, Melincourt, 1817 e L'abbazia degli incubi, 1818) fa la satira della morale e delle manie del tempo. |
Il saggio autobiografico | Charles Lamb (1775-1834) è il creatore del genere; rifiuta le concezioni razionalistiche e utopistiche, predilige una partecipazione alle vicende umane. I suoi Saggi di Elia (1823) e Ultimi saggi di Elia (1833) delineano lo stile del saggio romantico: più personale e autobiografico di quello dei secoli precedenti. William Hazlitt (1778-1830) possiede consapevolezza dei problemi politici del suo tempo. Mostra nei saggi una grande varietà di temi e interessi (Conversazioni intorno al tavolo, 1821-25; Lo spirito dei tempi, 1825). Interessanti i saggi critici sul teatro inglese. Thomas De Quincey (1785-1859) è il più originale dei saggisti romantici; possiede una vasta cultura e ampi interessi. I suoi saggi più famosi sono Confessioni di un oppiomane inglese (1821) e Suspiria de profundis (1845), che mostrano un autore sorprendentemente moderno, portato all'introspezione e consapevole dei diversi livelli della vita psichica. |