Il romanzo moderno
La nascita del romanzo
Nella creazione del romanzo inglese confluirono molte correnti, dai racconti elisabettiani in prosa alle storie picaresche, dalla tecnica degli scrittori di caratteri del Seicento allo stile narrativo di Bunyan. Tuttavia, fu soprattutto fondamentale il fatto che, dalla convinzione che la verità poteva essere scoperta dall'individuo mediante i sensi ebbe inizio il realismo moderno, un atteggiamento generale che rifiutava qualsiasi tipo di astrazione e poneva l'attenzione sul metodo usato nell'investigazione, affrancando il singolo autore dalle credenze tradizionali e dagli assunti del passato. Proprio il romanzo risultò essere la forma letteraria che maggiormente poteva adeguarsi a questo orientamento individualista e innovatore. Le forme letterarie prima di allora avevano mirato a rispecchiare la cultura in cui erano nate, perché la principale categoria di verità era proprio la conformità alle pratiche tradizionali. Il romanzo, invece, sfidò questo conservatorismo letterario. Il romanziere doveva dare l'impressione di riprodurre fedelmente l'esperienza umana senza rifarsi ad alcuna tradizione letteraria. Defoe e Richardson furono i primi grandi scrittori della letteratura inglese a non desumere le loro trame dalla mitologia, dalla storia, dalla leggenda o dalla letteratura precedente, differenziandosi così da Chaucer, Shakespeare e Milton. Si consolidò la tendenza a considerare l'esperienza individuale come arbitro della realtà. Defoe subordinò la trama al modello della "memoria" autobiografica; Richardson e Fielding usarono trame non convenzionali, inventate interamente o basate su avvenimenti contemporanei.
Di certo il romanzo si configurò come un genere tipicamente borghese, rivolto agli ideali e ai gusti di quella classe che aveva preso il posto della corte e che sentiva la necessità di adeguare la propria educazione al nuovo ruolo.