La cultura giudaico-ellenistica
La Bibbia, fondamento di Israele
La Bibbia (dal greco Biblía, libri) è il libro sacro dell'ebraismo e della religione cristiana. Il testo si andò stratificando in un intreccio di tradizioni orali e redazioni scritte per circa un millennio. Per la quantità e la ricchezza del materiale in essa confluito riveste un'importanza fondamentale non solo religiosa, ma anche culturale e di trasmissione dei valori fondativi della civiltà giudaica: in questo senso è per certi versi paragonabile all'epos omerico nel suo rapporto con la grecità.
Il canone ebraico
Gli Ebrei chiamano la Bibbia Tanak, sigla delle tre parti che la costituiscono: Torà (insegnamento, impropriamente tradotto con “legge”), ossia il Pentateuco; Neviìm (profeti), ossia i libri “storici” e dei profeti; Ketuvìm (scritti), che comprende i Salmi di Davide, i libri sapienziali e altri scritti. Il canone della Bibbia, cioè l'elenco degli scritti ritenuti “parola” di Dio, fu stabilito dai maestri di Israele in un lungo processo di selezione che va dal V sec. a.C. al I sec. d.C.