Iliade, Odissea e il corpus omerico
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- La lingua e lo stile dei poemi omerici
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La lingua e lo stile dei poemi omerici
La lingua dei poemi omerici è un amalgama di forme dialettali diverse. La base è il dialetto ionico, a conferma dell'origine del poeta (o dei poeti) dalla Ionia d'Asia (insulare o continentale); allo ionico tuttavia si alternano numerose forme eoliche, che sembrano nel complesso risalire a un'epoca più remota. È stata addirittura postulata una più antica redazione dei poemi in eolico, che sarebbe poi stata “tradotta” in ionico. Ma le alternanze delle forme dialettali ioniche ed eoliche corrispondono innanzitutto alle necessità metriche dell'esametro, il verso in cui sono scritti l'Iliade e l'Odissea: nella sua fluida e sapiente struttura, l'esametro si rivela anch'esso l'esito finale di un lungo processo formativo). La presenza di aspetti attici è storicamente motivata dalla recitazione dei poemi ad Atene (che divenne canonica a partire dal sec. VI durante le feste Panatenee), oltre che dalla redazione scritta ufficiale, predisposta da Pisistrato, tiranno di Atene, e dai suoi successori.
Importante è la cosiddetta formula, che, nel caso più semplice e più diffuso, è l'associazione costante di un sostantivo (non di rado un nome proprio) con un epiteto costante, a coprire una parte fissa del verso, spesso il secondo emistichio. Formule stereotipe sono usate per aprire un discorso o per introdurre la risposta dell'interlocutore; per segnare l'inizio di un banchetto, per illustrare la vestizione delle armi prima di un duello e per scandirne le fasi, per descrivere la morte di un guerriero. Anche i momenti del tempo (dal sorgere dell'aurora fino al sopraggiungere della notte) sono introdotti in termini formulari. La formula doveva costituire un sussidio importante per la memoria e dunque per la recitazione dei brani epici da parte dei rapsodi.
Un altro aspetto tipico della poesia omerica sono le similitudini, frequenti soprattutto nell'Iliade (sono circa 180): possono essere brevissime, ma anche estendersi per una decina di versi e sono per lo più tratte dalla osservazione della vita quotidiana.