La lirica della Magna Grecia
In sintesi
Redazione De Agostini
Le colonie d'Occidente | Vivi centri culturali, meno cosmopolite rispetto al mondo ionico, hanno il merito di trasmettere la cultura greca alle genti italiche. I coloni della Magna Grecia prediligono l'esecuzione citarodica, ossia la recitazione di lunghi brani mitologici accompagnati dal suono della cetra. |
Stesicoro | (ca 630-ca 550 a.C.) abbiamo poche e incerte notizie, a partire dal nome e dal luogo di nascita. Sappiamo che visse ad Imera, in Sicilia, e fu chiamato anche nella Grecia continentale. |
L'opera e lo stile | Della sua vastissima produzione rimangono solo pochi frammenti, ma i papiri ritrovati di recente hanno gettato nuova luce sulla sua opera. Sia la Tebaide, rinvenuta nel Papiro di Lille, sia la Geroneide, appartenente al Papiro di Ossirinco, trattano vicende del mito di Tebe e sono scritte nella forma più aulica del dialetto dorico. |
Ibico | (n. Reggio ca 580 a.C.) compose canti corali d'argomento epico su ispirazione di Stesicoro; poi si trasferì a Samo, presso il tiranno Policrate (a cui dedicò il celebre Encomio), dove diede vita ad opere lievi d'argomento amoroso sulla scia di Alceo e Saffo. |