Denis Diderot
La vita
Denis Diderot (1713-1784), spirito dotato di vivacità e immaginazione, poligrafo instancabile, fu uno degli esponenti più rappresentativi e al tempo stesso più arditi dell'illuminismo francese.
La formazione
Primogenito di un agiato fabbricante di coltelli, frequentò il collegio dei gesuiti della natia Langres, destinato alla carriera ecclesiastica. Nel 1728 si recò a Parigi per terminare gli studi, ma di questo periodo si sa solo che rinunciò al sacerdozio e nel 1732 si licenziò maître ès arts all'Università. Entrò nello studio di un procuratore, ma rinunciò ben presto anche al diritto. Furibondo, il padre gli tagliò i viveri; Diderot non cedette, deciso a essere un philosophe, un intellettuale. Per un certo periodo condusse un'esistenza da bohémien, vivendo di lezioni, traduzioni, espedienti, frequentando i salotti e i caffè in cui circolavano le idee illuministe. Nel 1742, senza il consenso paterno, sposò Antoinette Champion, di modeste condizioni. Risale a quegli anni l'amicizia con Condillac, d'Alembert e Rousseau.
Le prime opere
Pubblicò quindi una traduzione-adattamento dal Saggio sulla virtù e sul merito (1745) del filosofo inglese Shaftesbury, l'opera di ispirazione deista Pensées philosophiques (Pensieri filosofici, 1746), quindi De la suffisance de la religion naturelle (La sufficienza della religione naturale, 1747) e La promenade du sceptique (La passeggiata dello scettico, 1747), scritti in cui criticava aspramente la superstizione e l'intolleranza. L'anno successivo diede alle stampe un romanzo libertino, Les bijoux indiscrets (I gioielli indiscreti, 1748), felice fusione di scherzo e riflessione, satira e gioco. Nel 1747 si impegnò insieme a d'Alembert nell'ambiziosa impresa dell'Encyclopédie . Nel 1749 la pubblicazione della Lettre sur les aveugles (Lettera sui ciechi), in cui attaccava la religione e faceva aperta professione di ateismo, gli valse cinque mesi di carcere nella fortezza di Vincennes (1749). Dopo questa esperienza, Diderot divenne più prudente e fece circolare manoscritti i suoi lavori più arditi, molti dei quali rimasero sconosciuti fuori della cerchia dei philosophes. Alcuni apparvero sulla "Correspondance littéraire", singolare rivista manoscritta redatta dal tedesco F.M. Grimm e destinata ad alcuni principi illuminati. Da allora Diderot dedicò lunghi anni ed enormi energie nella battaglia per l'Encyclopédie, che divenne nelle sue mani un dirompente evento politico e culturale.
Il successo e la maturità
Questo lavoro ebbe la conseguenza pratica non trascurabile di renderlo noto in tutta Europa e di liberarlo dagli assilli economici. Nel 1755 incontrò Sophie Volland, con cui intrecciò una relazione destinata a durare tutta la vita. Nel 1773 si recò, su invito della zarina Caterina II, a San Pietroburgo e vi rimase cinque mesi, sufficienti per perdere ogni illusione sulla bontà dell'assolutismo illuminato. Visse gli ultimi anni dedicato allo studio e al lavoro. Morì pochi mesi dopo l'amata Sophie Volland.