L'età classica
- Introduzione
- Moralisti e memorialisti
- La Rochefoucauld
- Madame de Sévigné
- Riepilogando
La Rochefoucauld
François duca di La Rochefoucauld (1613-1680) è modello insuperato del pensiero moralistico, espresso per mezzo della forma classica dell'aforisma.
Nato a Parigi, condusse un'esistenza movimentata. Insieme alla duchessa di Chevreuse prese parte a vari intrighi contro Richelieu; partecipò quindi alla rivolta della Fronda contro Mazarino. Esiliato a Verteuil, rientrò a Parigi solo nel 1656, ormai sconfitto e deluso nelle ambizioni politiche. Nel 1662 pubblicò i Mémoires (Memorie), in cui pesava l'amarezza di una vita mancata e il bisogno insistente di giustificarsi e difendersi. Divenne amico di Madame de La Fayette e frequentatore assiduo del salotto di Mme de Sablé, un salotto austero, in cui s'incontravano pensatori quali Pascal, Arnauld, Nicole. In quell'ambiente nacque il suo capolavoro, le Réflexions ou sentences et maximes morales (Riflessioni o sentenze e massime morali), che ebbe cinque edizioni durante la vita dell'autore, dal 1665 al 1678.
La concezione pessimistica dell'uomo
In uno stile elegante ma sobrio, di estrema concisione e severità, La Rochefoucauld esprime una teoria pessimista dell'uomo, evidentemente influenzata dalla teologia di sant'Agostino, dalla lettura di Machiavelli e di Montaigne, dalla lezione del giansenismo. L'amara meditazione sulla natura umana, che appare dominata dalla vanità, dall'orgoglio e dall'amor proprio, è in pieno accordo con l'epoca, esprime lo stesso pessimismo di Racine e di Pascal: nelle Massime si delinea la stessa visione tragica dell'uomo, recluso nella prigione della propria natura. Il suo universo però non possiede la fiducia nella grazia, non è illuminato dalla certezza del soccorso divino. Questo pessimismo senza speranza conosce un'unica forma di riscatto, la lucidità della coscienza. Gravità di accenti e limpidezza formale fanno delle Massime una delle opere più rappresentative del classicismo francese.