Approfondimenti

Il giansenismo

Il movimento prese nome dal vescovo olandese Giansenio (1585-1638), che nell'opera Augustinus (postumo 1640), rifacendosi alla teologia agostiniana, affermava la radicale malvagità dell'uomo e la necessità, per la propria salvezza, della grazia concessa da Dio, per motivi imperscrutabili, solo ad alcuni, sostenendo dunque la dottrina della predestinazione. Centro di diffusione del giansenismo in Francia furono le due abbazie di Port-Royal, che fecero proprio l'ideale di vita ascetica professata da Giansenio; in breve tempo vi si ritirarono molti intellettuali ostili al lusso e alla dissipatezza della corte (Pascal, i filosofi e teologi Pierre Nicole e Antoine Arnauld). Sia papa Urbano VIII sia papa Innocenzo X condannarono le tesi dell'Augustinus. Alla polemica contro i gesuiti contribuì in modo determinante Pascal con le sue Provinciali. Il movimento ebbe grande influenza sulla letteratura e sull'arte del Seicento: basti pensare, oltre che a Pascal, al cupo pessimismo di Racine, allievo delle scuole di Port-Royal. Anche nei secoli successivi tale suggestione è rintracciabile in scrittori come Alessandro Manzoni e in intellettuali come Sainte-Beuve, che a questo movimento e alle sue idee dedicò la monumentale opera intitolata appunto Port-Royal.