Le emergenze sociali
Il problema di genere
L'uso del termine "genere", anziché "sesso", è recente e sottintende due concetti molto diversi tra loro. La differenza di sesso implica una caratteristica naturale e immutabile nel tempo e nello spazio, cioè in ogni epoca e in ogni società (tabb. 3.2.4 e 3.2.5). La differenza di genere, invece, non si riferisce a un fatto naturale, ma a una costruzione sociale . Essa designa, infatti, i ruoli, economici e sociali, che ciascuna società attribuisce all'essere uomo o donna in un determinato luogo e in un determinato tempo, e che, quindi, possono cambiare, anche profondamente, da un luogo all'altro e nelle varie epoche. Il problema di genere comincia a prender corpo in sede internazionale nel corso del Decennio delle Nazioni Unite per le donne (1975-1985), durante il quale si svolgono le prime tre conferenze mondiali sulla donna (tenute rispettivamente a Città del Messico, Copenaghen e Nairobi), che saldano il tema della donna a quelli dell'eguaglianza, della pace e dello sviluppo. Tra i risultati di tale periodo sono da ricordare tre eventi: la creazione, nell'ambito del sistema ONU, dell'Istituto Internazionale di Ricerca e Formazione per l'Avanzamento delle Donne ( INSTRAW) citato nella prima sezione; l'istituzione di un apposito fondo di sostegno tecnico e finanziario per contribuire a migliorare il livello di vita delle donne nei PVS (United Nations Development Fund for Women, UNIFEM, sito Internet: www.unifem.undp.org); l'apertura alla firma, nel 1980, della Convenzione Internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.
- La centralità del problema di genere e la conferenza di Pechino
La centralità del problema di genere s'afferma risolutamente in occasione della conferenza di Pechino del 1995 , che ha visto la partecipazione di oltre 35.000 donne, tra delegate istituzionali e rappresentanti delle organizzazioni non governative, di 185 paesi e che ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale una serie di dati inquietanti.
Innanzi tutto si evidenzia la femminilizzazione della povertà : oltre il 60% del miliardo e 200 milioni di poveri del mondo è donna. Sempre al femminile si declinano l' analfabetismo (due terzi del miliardo di analfabeti adulti sono donne), la violenza sotto varie forme (dalle mutilazioni sessuali, che interessano 130 milioni di donne, agli stupri, spesso utilizzati come arma di guerra, agli infanticidi di bambine ecc.), la malasanità (ogni anno mezzo milione di donne muoiono per complicazioni dovute alla gravidanza e altre 100 mila a causa di aborti effettuati in condizioni di rischio), l' esclusione economica (le donne rappresentano solo il 32% della forza lavoro globale) e politica (le donne occupano solo il 6,2% di tutte le cariche ministeriali). Per contro le donne svolgono un ruolo rilevante nel mantenimento della famiglia (un quarto delle donne a livello mondiale hanno una donna come capofamiglia), nell' approvvigionamento alimentare (le donne provvedono alla produzione della metà del cibo nei PVS) e nella conservazione dell'ambiente (la maggior parte della conservazione del terreno in Africa orientale negli ultimi decenni è stata realizzata da donne). La conferenza si è conclusa col varo di una Piattaforma d'azione strategica, tuttora in fase di attuazione, alla base della quale stanno due concetti cardine: quello di empowerment, cioè del rafforzamento della presenza delle organizzazioni femminili in tutte le sedi decisionali quale condizione essenziale per il successo di qualsiasi progetto di sviluppo, e quello del mainstreaming, ossia dell'integrazione della questione di genere in tutte le politiche, sia nazionali, sia delle organizzazioni internazionali.
posto | paesi | numero uomini per 100 donne |
1 | LETTONIA | 83 |
2 | UCRAINA | 87 |
3 | CAPO VERDE | 88 |
4 | RUSSIA | 88 |
5 | BIELORUSSIA | 89 |
6 | ESTONIA | 89 |
7 | LITUANIA | 89 |
8 | MONACO * | 90 |
9 | ANTIGUA E BARBUDA | 92 |
10 | ARGENTINA | 92 |
11 | GEORGIA | 92 |
12 | MOLDAVIA | 92 |
13 | UNGHERIA | 92 |
14 | PORTOGALLO | 93 |
15 | SWAZILAND | 93 |
16 | BARBADOS | 94 |
17 | CAMBOGIA | 94 |
18 | CROAZIA | 94 |
19 | ITALIA | 94 |
20 | SAINT LUCIA * | 94 |
21 | URUGUAY | 94 |
22 | ARMENIA | 95 |
23 | BULGARIA | 95 |
24 | CECA, Repubblica | 95 |
25 | CENTRAFRICANA, Repubblica | 95 |
26 | FINLANDIA | 95 |
27 | FRANCIA | 95 |
28 | KAZAKISTAN | 95 |
29 | POLONIA | 95 |
30 | SLOVACCHIA | 95 |
posto | paesi | numero uomini per 100 donne |
1 | QATAR | 187 |
2 | EMIRATI ARABI UNITI | 172 |
3 | TONGA * | 140 |
3 | BAHREIN | 132 |
5 | ARABIA SAUDITA | 123 |
6 | ANDORRA * | 113 |
7 | OMAN | 113 |
8 | KUWAIT | 111 |
9 | BRUNEI | 110 |
10 | SAMOA | 109 |
11 | DOMINICA * | 08 |
12 | GIORDANIA | 107 |
13 | INDIA | 107 |
14 | LIBIA | 107 |
15 | PAKISTAN | 107 |
16 | CINA | 106 |
17 | MALDIVE | 106 |
18 | PAPUA NUOVA GUINEA | 106 |
19 | SALOMONE | 106 |
20 | AFGHANISTAN | 105 |
21 | ALBANIA | 105 |
22 | BANGLADESH | 105 |
23 | MICRONESIA * | 105 |
24 | MARSHALL * | 104 |
25 | BELIZE | 103 |
26 | COSTA D'AVORIO | 103 |
27 | COSTA RICA | 103 |
28 | DOMINICANA, Repubblica | 103 |
29 | EGITTO | 103 |
30 | FIGI | 103 |
posto | paesi | abitanti con meno di 15 anni 1995-2000 |
1 | ITALIA | 18,2 |
2 | GRECIA | 17,9 |
3 | SVEZIA | 17,4 |
3 | GIAPPONE | 17,1 |
5 | SPAGNA | 17,0 |
6 | BELGIO | 16,7 |
7 | GERMANIA | 16,4 |
8 | REGNO UNITO | 16,0 |
9 | BULGARIA | 15,9 |
10 | FRANCIA | 15,9 |
11 | PORTOGALLO | 15,7 |
12 | NORVEGIA | 15,4 |
13 | DANIMARCA | 15,2 |
14 | FINLANDIA | 14,9 |
15 | CROAZIA | 14,8 |
16 | AUSTRIA | 14,7 |
17 | UNGHERIA | 14,7 |
18 | SVIZZERA | 14,7 |
19 | LUSSEMBURGO | 14,4 |
20 | LETTONIA | 14,3 |