La riflessione politica nel '500-'600
In sintesi
Redazione De Agostini
Machiavelli | Niccolò Machiavelli ne Il principe espone le sue tesi più tipiche: la politica è la dimensione di colui che vuole diventare o mantenersi "principe" e le sue regole non definiscono un modello di comportamento etico, ma lo stile di coloro che aspirano al potere, lo esercitano e lo conservano. Viene affermata così la totale autonomia della politica dai criteri di giudizio morali o religiosi. Le virtù del politico non sono le virtù dell'amore e dell'umiltà, ma piuttosto l'astuzia della volpe e la forza del leone. |
Moro e l' "Utopia" | Diversa è la prospettiva etico-religiosa di Tommaso Moro: nella sua opera più conosciuta, Utopia (letteralmente: luogo che non c'è), descrive la vita di una società ideale organizzata secondo un modello comunistico, basato sul nucleo familiare e tollerante nei confronti di tutte le espressioni di fede. |
Bodin e il concetto di sovranità | Jean Bodin cerca di costruire razionalmente il concetto di sovranità, descrivendone i limiti etico-giuridici e costituzionali. |
Botero | Giovanni Botero si contrappone a Machiavelli e al suo realismo in nome di una fondazione etico-religiosa della politica. |
Grozio | Ugo Grozio è autore del Diritto di guerra e di pace, opera che, oltre a essere considerata il punto di partenza del giusnaturalismo, segna anche la nascita del diritto internazionale. Egli fa risalire l'obbligatorietà delle norme del diritto internazionale a un principio di diritto naturale logicamente anteriore a queste norme: "i patti vanno mantenuti". Il diritto naturale è tale in quanto discende dai caratteri essenziali della natura umana, alla cui conservazione è rivolto, e comprende un principio primario ("stare ai patti") e principi secondari: il rispetto delle cose altrui; la restituzione della proprietà altrui; l'obbligo di mantenere le promesse. |