Tommaso Moro
Contro il realismo di Machiavelli si pone la prospettiva etico-religiosa dell'arcivescovo di Canterbury Tommaso Moro (Londra 1478-1535). In seguito al suo rifiuto di riconoscere il sovrano come capo della Chiesa d'Inghilterra, dopo lo scisma anglicano, Tommaso Moro viene condannato a morte e giustiziato.
Nel dibattito religioso porta l'intimo desiderio di un rinnovamento profondo della Chiesa cattolica, ma è la teoria politica il centro del suo interesse di scrittore e di filosofo: nella sua opera più conosciuta, Utopia (1516), descrive la vita di una società ideale organizzata secondo un modello comunistico, in cui denaro e proprietà privata sono istituzioni bandite. Gli abitanti dell'isola di Utopia (letteralmente: luogo che non c'è) osservano ritmi di lavoro la cui ripartizione assicura la soddisfazione dei bisogni ed evita l'insorgere delle ingiustizie; basata sul nucleo familiare, la vita sociale prevede importanti momenti comunitari finalizzati al consolidamento delle relazioni civili; la massima libertà, infine, è garantita a tutte le espressioni di fede, ritenute convergenti in una religiosità naturale che esclude soltanto l'ateismo.