Alberto Magno
Di origine tedesca (circa 1206-1280), domenicano, Alberto Magno è maestro di teologia all'Università di Parigi dove ha come allievo Tommaso d'Aquino. Insegna poi a Colonia e in altre città. Nel 1260 è nominato vescovo e svolge missioni come nunzio papale.
La sua produzione è assai vasta: opere teologiche (Trattato sulla natura del bene, Summa sulle creature, commento alle Sententiae di Pier Lombardo, Summa di teologia e commenti biblici); opere filosofiche, come i commenti alle opere di Dionigi Areopagita e le parafrasi di quasi tutte le opere di Aristotele e di alcune opere di Boezio.
Alberto Magno accoglie e assimila nella cultura cristiana il pensiero di Aristotele, le scienze e i risultati conseguiti dalla filosofia dell'età classica. Metodologicamente afferma l'autonomia delle scienze profane e della sperimentazione, come anche la differenza tra teologia e filosofia, con la preminenza della prima, ma anche con i diritti della seconda: esse si incontrano in una sintesi superiore.Tutto deve tendere a Dio, che è il bene supremo.
Intervenendo sul problema degli universali, assume una posizione di realismo moderato, per cui gli universali possiedono una realtà sia antecedente alle cose, sia nelle cose stesse, sia derivata per astrazione dalle cose. L'anima è personale e immortale e l'intelletto agente ne fa parte, rendendo possibile la conoscenza dei concetti universali in noi come riflesso delle idee nella mente di Dio, il quale nella creazione le unisce alla materia come forme delle cose. In campo etico Alberto Magno insiste sul libero arbitrio e sulla coscienza come giudice nell'applicazione dei principi ai casi concreti.