La filosofia come scienza e come saggezza
Già Platone, nell'Eutidemo, osserva che la filosofia è l'unica scienza in cui il fare coincide con il sapersi servire di ciò che si fa; è, quindi, un tipo di conoscenza vasta ed estesa, che nello stesso tempo viene utilizzata a vantaggio dell'uomo, della sua vita e del senso della sua esistenza. L'indicazione platonica già dice che la filosofia esige un sapere che vuol essere scienza, ma a un tempo anche saggezza, regola che coinvolge l'intera esistenza. In questa duplice direzione, Platone, ancora, nella Repubblica dice che filosofo è chi aspira "all'intero e alla totalità sia nella sfera del divino che dell'umano": in tal modo precisa anche il carattere più propriamente scientifico della filosofia, che come tale si dà soprattutto nella tradizione dell'Occidente, prescindendo da contesti a carattere sapienziale e/o mitico-religioso. Di fatto, nel corso della storia della cultura la scientificità della filosofia si è andata via via definendo in modi diversi e non sempre chiari, soprattutto per quanto riguarda il riferimento all'"intero" o alla "totalità". L'indicazione platonica permette comunque di cogliere un significato basilare: la filosofia come ricerca di un senso universale dell'essere e per questo anche come costituzione di una possibile saggezza.