Reddito di esercizio e capitale di funzionamento
Immaginiamo un acquisto di materie prime da parte dell'impresa. Il valore e il tempo dell'operazione sono determinati dall'importo e dalla data riportati sulla fattura ricevuta. L'operazione consiste, da un lato, in una variazione numeraria: la diminuzione di moneta o più verosimilmente l'aumento dei debiti di regolamento in relazione a una fattura pagabile, diciamo, a 120 giorni. Si tratta di una diminuzione delle attività o, rispettivamente, di un aumento delle passività, a cui corrisponde però, sempre sul piano patrimoniale, un aumento delle attività sotto forma dell'aumento delle materie prime in magazzino. Sul piano reddituale, invece, si registra un costo (il prezzo pagato per le materie prime), ossia un componente negativo del reddito che sarà controbilanciato da un componente positivo del reddito solo al momento in cui si registrerà un ricavo per la vendita dei prodotti.
Per giungere a una valutazione dell'economicità dell'azienda occorre, però, che i valori siano configurati opportunamente in uno schema appropriato, che è il bilancio d'esercizio.
Nella stesura di questo documento, mediante calcoli, stime e congetture, i valori in cui si manifesta l'attività dell'azienda vengono raccolti in sintesi periodiche fino a determinare le due quantità economiche fondamentali del reddito di esercizio e del capitale di funzionamento.
Il reddito di esercizio appare in un conto detto conto economico; il capitale di funzionamento, che si può definire il capitale esistente alla fine dell'esercizio nell'ipotesi di continuazione della vita aziendale, è esposto nel conto detto stato patrimoniale. In generale, il periodo al quale questi documenti si riferiscono è l'anno solare.
La suddivisione dell'attività dell'impresa, che è un continuum, in periodi regolari è ovviamente una convenzione utile per gli scopi del calcolo economico che si basa sull'attribuzione di valori a periodi di riferimento. Il criterio con il quale si opera questa attribuzione è detto principio di competenza: in pratica, si attribuiscono a un esercizio i componenti di reddito positivi e negativi (ossia i ricavi e i costi) tra loro correlati. In altre parole, si imputano a un dato esercizio i ricavi generati dalla vendita dei prodotti ottenuti con costi sostenuti effettivamente in quell'esercizio.