La Riforma Biagi
Al fine di aumentare i tassi di occupazione e di promuovere la qualità e la stabilità del lavoro, oltre che a quello di contrastare i fenomeni del lavoro nero ed irregolare, con il Dlgs 276 10/09/2003 è stata data attuazione alla riforma del mercato del lavoro secondo i principi contenuti nella L 30 14/02/2003 (cosiddetta legge Biagi), con la quale il Parlamento aveva delegato il Governo ad emanare nuove disposizioni in materia di occupazione e di mercato del lavoro, dando attuazione al disegno di riforma predisposto dal Professor Marco Biagi. La riforma persegue l’obiettivo della promozione dell’occupazione introducendo nell’ordinamento regole e schemi giuridici flessibili e suscettibili di adattamento alle attuali esigenze tanto delle imprese quanto dei lavoratori. Sono numerosi gli istituti lavorativi interessati dalla riforma Biagi. In particolare, le nuove disposizioni concernono: il sistema di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, oggetto di complessiva ridefinizione mediante l’istituzione delle agenzie per il lavoro e della borsa nazionale continua del lavoro; la nuova fattispecie della somministrazione di lavoro (cosiddetto staff leasing), che sostituisce la disciplina del lavoro interinale; i gruppi di impresa ed il trasferimento di azienda; nuove tipologie contrattuali ad orario ridotto, modulato o flessibile, quali il lavoro intermittente (lavoro a chiamata o job on call), il lavoro ripartito (job sharing), il lavoro a progetto e il lavoro occasionale di tipo accessorio; tipologie contrattuali già presenti nell’ordinamento giuridico, quali il lavoro a tempo parziale (cosiddetto part-time), l’apprendistato, il contratto di formazione e lavoro (che diviene contratto di inserimento) ed il distacco, le cui discipline specifiche vengono – in misura maggiore o minore – modificate; la previsione della certificazione dei rapporti di lavoro e delle relative procedure, al fine di ridurre il contenzioso in materia di connotazione dei rapporti di lavoro.