Inquinamento dell'atmosfera
Le principali fonti di inquinamento atmosferico sono gli impianti di riscaldamento domestico, i motori degli autoveicoli a combustione interna, gli impianti termici industriali, le centrali termoelettriche e gli impianti di incenerimento di rifiuti solidi. A queste fonti, cui si deve la liberazione nell'atmosfera di diossido di carbonio, monossido di carbonio, diossido di zolfo, ossidi di azoto, piombo, particelle sospese, idrocarburi, vanno anche aggiunti numerosi settori industriali (chimico, metallurgico, estrattivo) e di consumo finale responsabili dell'emissione di sostanze quali, per esempio, composti organici di varia natura (tra cui clorofluorocarburi) (v. tab. 21.1).
Quando una sostanza gassosa viene immessa nell'atmosfera, può dare luogo a differenti effetti (alcuni molto complessi e non del tutto chiariti) a seconda della sua reattività e/o della sua capacità di trattenere il calore terrestre.
Piogge acide
È un tipo di inquinamento causato dalla presenza nell'acqua piovana di acido solforico e acido nitrico, che si formano in seguito a reazioni di ossidazione, in seno all'atmosfera, del diossido di zolfo e degli ossidi di azoto provenienti dalla combustione di combustibili fossili. Come effetto si determina l'aumento dell'acidità delle precipitazioni a valori anormalmente elevati (confrontabili con quelli dell'aceto, ma talvolta superiori). Le pioggie acide colpiscono soprattutto gli ecosistemi forestali e lacustri e inoltre provocano danni a carico del patrimonio architettonico (disgregano le pietre da costruzione calcaree).
Smog fotochimico
È un tipo di inquinamento provocato dall'azione della luce solare su composti quali gli ossidi di azoto e gli idrocarburi e favorito da particolari condizioni meteorologiche. La fotodissociazione causata dalla luce solare sugli ossidi di azoto provoca la formazione di specie molto reattive che innescano complesse reazioni a catena (tra i prodotti secondari figura l'ozono).
Buco dell'ozono
È legato all'immissione nell'atmosfera di sostanze poco reattive, come i clorofluorocarburi, che possono diffondere nella troposfera e raggiungere la stratosfera dove interagiscono con l'ozono distruggendolo in seguito alla liberazione di cloro atomico, Cl (che si lega all'ozono, O3, liberando ossigeno, O2).
Intensificazione dell'effetto serra
Viene chiamato effetto serra il fenomeno per cui l'energia che viene emessa dalla superficie terrestre verso lo spazio (in prevalenza come radiazione infrarossa), per bilanciare il flusso di energia ricevuta dal Sole, è parzialmente assorbita da alcuni gas presenti nell'atmosfera (detti gas-serra) e da questi rinviata nuovamente verso la Terra. In tal modo viene ritardata la dispersione di energia e si instaura una temperatura media alla superficie terrestre maggiore di quella che si verificherebbe in assenza di atmosfera. Il principale gas responsabile dell'effetto serra è il diossido di carbonio, di cui è stato rilevato un sensibile aumento di concentrazione nell'atmosfera durante il nostro secolo.
Tale aumento è conseguente all'uso di combustibili fossili e, in parte, alla deforestazione. Si è anche constatato che altri gas, in gran parte legati all'attività umana, esercitano effetto serra: tra questi figurano il metano, il protossido di azoto e i clorofluorocarburi. Come risultato, si ipotizza una intensificazione dell'effetto serra, che comporterebbe un aumento della temperatura media terrestre, con conseguente parziale scioglimento dei ghiacci delle calotte polari e innalzamento del livello dei mari; inoltre, potrebbero verificarsi modificazioni climatiche (per ora difficilmente valutabili).
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