L'Action Painting negli Stati Uniti
Durante la seconda guerra mondiale, sullo stimolo degli artisti europei fuggiti dal nazismo (in particolare dei surrealisti) si formò negli Stati Uniti il movimento dell'Action Painting (pittura d'azione), così battezzato nel 1952 dal critico Harold Rosenberg per definire uno degli aspetti più eversivi della pittura gestuale conosciuta anche come espressionismo astratto (che non nasce cioè da un operare artistico premeditato, ma dall'automatismo della tensione fisica, cioè dal movimento incontrollato e libero). L'Action Painting cerca un rapporto diretto tra l'artista e la superficie dipinta, riconoscendo valore espressivo all'istintiva trascrizione del gesto sulla tela, attuata con tecniche nuove (come proiettare o far gocciolare il colore) e nuovi materiali.
Jackson Paul Pollock
Ispiratori essenziali della pittura di Jackson Paul Pollock (Cody, Wyoming 1912 - Long Island 1956), che iniziò la grande stagione del nuovo Action Painting americano, sono l'espressionismo della pittura murale messicana (David Alvaro Siqueiros, 1896-1974, e José Clemente Orozco, 1883-1949), la pittura di Picasso dopo il 1937, la scrittura automatica surrealista. Attraverso inusuali mezzi tecnici (dripping painting, cioè colate, gocciolature di colore sulla tela) Pollock dimostrò come il mezzo espressivo potesse trasformare e distruggere tutto, proprio per valorizzare la forza dell'atto creativo dell'artista. Tra le sue opere: Sentieri ondulati (1947, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna); Numero 1 (1948, New York, Museum of Modern Art); Grigiore sull'oceano (1953, New York, Solomon R. Guggenheim Museum); Pali azzurri (1953, New York, collezione privata).