La teoria dell'evoluzione di Darwin spiegata in modo semplice

La teoria darwiniana rimane uno dei pilastri della biologia moderna: grazie ai principi della teoria dell’evoluzione, è possibile comprendere meglio la diversità della vita e l'adattamento delle specie nel tempo. Il darwinismo continua ancora oggi a influenzare molte discipline scientifiche e a stimolare dibattiti anche al di fuori della comunità scientifica.
Charles Darwin, celebre naturalista britannico del XIX secolo, è universalmente conosciuto per essere il padre della rivoluzionaria teoria sull’origine delle specie, che si basa sul concetto della selezione naturale, un pilastro della biologia moderna. La teoria dell’evoluzione darwiniana sostiene che le specie si evolvono nel tempo attraverso un processo di selezione naturale, in cui gli individui con tratti vantaggiosi hanno maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi, contribuendo così alla trasmissione di tali tratti alle generazioni successive. Questo processo di adattamento all’ambiente porta a cambiamenti graduali nella diversità biologica e alla discendenza comune di tutte le forme di vita sulla Terra.
Se stai cercando un riassunto sul darwinismo sei nel posto giusto: qui di seguito trovi teoria dell’evoluzione di Darwin spiegata in breve, perfetta per capire in modo semplice come le sue intuizioni abbiano aperto nuove strade per la comprensione della vita sulla Terra.
I principi della teoria dell'evoluzione di Darwin
Come certamente sanno gli appassionati di cruciverba, la teoria sull'origine delle specie è chiamata anche "darwinismo": il termine fu coniato dal biologo inglese Thomas Henry Huxley nell’aprile del 1860, l’anno successivo alla pubblicazione del saggio di Darwin “L’origine della specie”.
Ma come funziona la teoria dell'evoluzione della specie di Darwin? I principi base dell'evoluzione per la selezione naturale definiti dal darwinismo possono essere sintetizzati nel seguente schema:
- Sovrabbondanza della prole: ogni specie tende a produrre un numero di discendenti superiore a quello che l'ambiente può sostenere con le risorse disponibili. Questo porta a una competizione per la sopravvivenza tra gli individui.
- Variabilità degli individui: all'interno di una popolazione, gli individui presentano variazioni nelle loro caratteristiche fisiche e comportamentali. Queste differenze possono influenzare la capacità di un individuo di sopravvivere e riprodursi nell'ambiente in cui vive.
- Lotta per l’esistenza (sopravvive il più adatto): alcune delle variazioni presenti negli individui conferiscono vantaggi specifici nell'affrontare le sfide ambientali. Gli individui con tali caratteristiche vantaggiose hanno maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi, trasmettendo queste caratteristiche alle generazioni successive.
- Selezione naturale: questo è il meccanismo chiave proposto da dalla teoria dell'evouzione di Darwin. Gli individui che si sono meglio adattati al loro ambiente tendono a sopravvivere e a riprodursi più efficacemente, mentre quelli meno adatti hanno minori probabilità di lasciare discendenti. Nel corso del tempo, questo processo porta a un aumento delle caratteristiche vantaggiose all'interno della popolazione.
- La divergenza dei caratteri: con l'accumularsi di variazioni vantaggiose e attraverso processi come l'isolamento geografico o riproduttivo, le popolazioni possono divergere al punto da formare nuove specie. Questo spiega la diversità della vita sulla Terra e come da un antenato comune possano emergere molteplici forme di vita.
I principi esposti qui sopra sono lo schema della teoria di Darwin, fondamentale per comprendere la portata delle sue scoperte.
Perché la teoria di Darwin non fu accettata subito?
La teoria dell'evoluzione di Darwin, almeno inizialmente, non ebbe vita facile. Quando il naturalista inglese pubblico "L'origine delle specie" nel 1859, la sua teoria fu infatti accolta con molo scetticismo in molteplici ambiti della società, sia scientifici che religiosi. Qui sotto un breve riassunto dei motivi per i quali la teoria dell'evoluzione di Darwin non fu immediatamente acettata:
- Contrasto con le credenze religiose
Innanzitutto la teoria di Darwin metteva in discussione la visione creazionista della Bibbia, secondo cui tutte le specie erano state create da Dio in modo immutabile. L’idea che l’uomo potesse derivare da antenati comuni con le scimmie era particolarmente controversa e decisamente poco accettata.
- Mancanza di prove genetiche
Nel XIX secolo, e negli anni in cui Darwin pubblico le sue intuizioni , la genetica non era ancora stata sviluppata. Gregor Mendel stava conducendo i suoi esperimenti sull’ereditarietà, ma i suoi studi non erano ancora conosciuti. Senza una spiegazione precisa su come le caratteristiche venissero trasmesse, la selezione naturale sembrava - a livello scientifico - un meccanismo poco chiaro. Insomma, le osservazioni di Darwin non erano state ancora avvalorate dai dati scientifici.
- Resistenza della comunità scientifica
Molti scienziati preferivano altre teorie, come il fissismo (l’idea che le specie fossero immutabili) o il trasformismo di Lamarck, che proponeva che gli organismi si adattassero all’ambiente trasmettendo poi quelle caratteristiche direttamente ai loro discententi.
- Mancanza di reperti fossili sufficienti
All’epoca di Darwin, la paleontologia era una disciplina giovane e non erano ancora presenti abbastanza reperti, certamente utili per provare la gradualità dell'evoluzione così come teorizzata dal naturalista inglese.
- Opposizione di filosofi e pensatori sociali
Alcuni intellettuali temevano che la teoria di Darwin giustificasse il "darwinismo sociale", usato per promuovere il razzismo e l’imperialismo. Anche se Darwin non sosteneva queste idee, alcuni distorsero infatti la sua teoria per scopi ideologici.
Eppure con il tempo, grazie alle scoperte genetiche e paleontologiche, l’evoluzione per selezione naturale venne accettata dalla comunità scientifica e la teoria dell'evoluzione di Darwin diventò la base della biologia moderna.
Paola Greco
Foto di apertura: Julia Margaret Cameron, Public domain, via Wikimedia Commons