Perché in tanti chiedono di boicottare i mondiali in Qatar

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Donne sottomesse agli uomini, diritti umani negati, omosessuali a rischio carcere, lavoratori migranti sfruttati. Ecco perché quella ospitata dall’emirato è la Coppa del Mondo più discussa di sempre.

Domenica 20 novembre 2022 c’è stato il calcio d’inizio del Mondiale di calcio più contestato di sempre, quello ospitato dal Qatar. Un torneo al centro delle polemiche fin dalla sua assegnazione avvenuta nel 2011: esiste da allora il sospetto (più che fondato) che, per far prevalere la propria candidatura, l’emirato abbia elargito generose tangenti ai vertici Fifa. Ma questo non è l’unico motivo per cui in tanti hanno chiesto di boicottare Qatar 2022.

Mondiali Qatar 2022: chi preme per il boicottaggio

Prese di posizione sono state prese da diversi ex calciatori, come Eric Cantona. L’hashtag #boycottqatar2022 è stati usato a più riprese da associazioni come Amnesty International e Human Rights Watch, che hanno anche scritto una lettera aperta alla Fifa, chiedendo 440 milioni di dollari come risarcimento per lavoratori abusati.

Perché vogliono il boicottaggio

Istituzioni, aziende, onlus, ex atleti. Tutti uniti nel chiedere di boicottare il Mondiale in Qatar, Paese senza cultura calcistica e con un clima che ha costretto a spostare il torneo in un'inedita collocazione invernale, ma soprattutto emirato in cui la libertà personale non è garantita. Secondo i sostenitori del boicottaggio, la Coppa del Mondo in Qatar è l’apice della commercializzazione del calcio, che si è piegato ai soldi ignorando il rispetto dei diritti umani.

Il Paese dei diritti negati

In Qatar la violazione dei diritti umani, soprattutto quelli che dovrebbero essere garantiti a donne e membri della comunità Lgbtq+, è sistematica.

Donne

La società qatarina è fortemente patriarcale. Le donne sono sottoposte a una “tutela” maschile: per compiere molte attività hanno bisogno del permesso della figura maschile della famiglia. Durante il matrimonio sono spesso vittime di abusi, ma il diritto di famiglia rende molto complicato il divorzio, a meno che a chiederlo non sia il marito (che non necessita di informare la moglie). In alcuni hotel dell’emirato le donne al di sotto dei 30 anni non possono soggiornare in una camera da sole. E non possono neanche entrare nei locali che servono alcolici. A tutto ciò si aggiunge un netto divario salariale tra uomini e donne.

LGBTQ+

«I gay sono benvenuti, ma niente effusioni in pubblico». Così nel 2021 hanno parlato gli organizzatori del Mondiale. In generale, in Qatar sono da evitare manifestazioni pubbliche di affetto: gli uomini colti in relazioni omosessuali rischiano fino a sette anni di carcere. A pochi giorni dall’inizio del torneo, un ex calciatore qatarino, ambasciatore della Coppa del Mondo, ha detto che l’omosessualità è una «malattia mentale». Durante la manifestazione è proibito esporre bandiere arcobaleno o altri simboli che rimandano alla comunità Lgbtq+.

Diritti dei lavoratori

Per Qatar 2022 verranno utilizzati otto stadi: sei sono stati costruiti da zero per il grande evento calcistico. Nei lavori sono morti circa 6.500 operai: per le autorità qatarine la massima parte sarebbe deceduta per problemi cardio-circolatori. In generale, la manodopera a basso costo dell’emirato, che proviene perlopiù da India, Bangladesh, Sri Lanka, Pakistan e Nepal, oltre alle paghe da fame deve affrontare turni massacranti,  restrizioni alla libera circolazione, percosse e aggressioni sessuali. I lavoratori migranti non possono formare sindacati, né aderirvi.

Diritti civili e umani in generale

Lo stato dei diritti umani in Qatar, dove la Sharia è la principale fonte legislativa, rappresenta una fonte di preoccupazione per diverse organizzazioni non governative. Il consumo di bevande alcoliche e i rapporti sessuali illeciti (cioè fuori dal matrimonio) sono puniti con la fustigazione. Ai lavoratori stranieri e ai turisti è garantita la libertà di affiliarsi ad altre fedi. Ma non è permesso esporre all'esterno dei luoghi di culto alcun simbolo: niente croci fuori dalle Chiese, ad esempio. La libertà di stampa e di espressione è fortemente limitata nell’emirato, dove le autorità utilizzano leggi repressive nei confronti di chi critica le istituzioni. È vietato girare riprese in edifici governativi, ospedali, università, alloggi per lavoratori migranti e persino abitazioni private: non sono rari i casi di cittadini qatarini arrestati e poi condannati al termine di processi iniqui.

Questione ambientale

Qatar 2022 è stato presentato come un torneo green. Ma lo sarà molto meno di quanto sbandierato dagli organizzatori. Considerando emissioni dirette e indirette, secondo la Fifa l’evento genererà 3,6 milioni di tonnellate di CO2 equivalente: circa 1,5 in più rispetto a Russia 2018. E la stima, secondo la ong Carbon Market Watch, sarebbe stata fatta estremamente al ribasso. Dal punto di vista ambientale un punto a favore è la distanza minima tra gli otto stadi, che si trovano tutti in un raggio di 55 km da Doha. Però, come detto, sei sono stati costruiti da zero, con un grande impegno di risorse. Dopo la fine del torneo, verrà smontato un totale di 170 mila posti: lo Stadium 974, realizzato con container solitamente destinati alle spedizioni internazionali, sarà interamente smantellato. Durante il Mondiale, però, ogni campo da gioco sarà irrigato con 10 mila litri di acqua desalinizzata al giorno.

Matteo Innocenti