(Dawlat Qaţar). Stato dell'Asia sudoccidentale (11.627 km²). Capitale: Doha. Popolazione: 2 684 329 ab. (stima 2020). Lingua: arabo. Religione: musulmani 67,7%, cristiani 13,8%, induisti 13,8%, buddisti 3,1%, altri 1,6%. Unità monetaria: riyal del Qatar (100 dirham). Indice di sviluppo umano: 0,848 (45° posto). Confini: Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti (S) e Golfo Persico (N, E e W). Membro di: CCG, Lega Araba, OCI, ONU, osservatore OAS e WTO.

Generalità

Situato sulla costa orientale della Penisola Arabica, a sua volta territorio peninsulare proteso sul Golfo Persico, il Qatar è uno Stato asiatico dai confini esigui, caratterizzato da paesaggi desertici di dune e sabbia che si alternano a lande pianeggianti e remote e ad aridi paesaggi interni. Ma la vera peculiarità del Qatar, protagonista di uno dei processi di sviluppo e crescita più rapidi e felici del XX secolo, è da ricercare soprattutto nelle tracce lasciate dalla modernizzazione che ha investito il Paese, a partire dalla struttura economica e sociale, fino a comprendere anche la trasformazione delle infrastrutture e l'aspetto dell'ambiente. Se, infatti, i Paesi vicini portano impressi sul loro territorio i segni di una storia millenaria fatta di grandi imperi, traffici commerciali, passaggi dinastici, conquiste coloniali e cultura beduina, il Qatar è una terra che vive del suo presente, fatto di grattacieli, infrastrutture moderne, prosperità diffusa. Dalla scoperta dei giacimenti petroliferi (negli anni Quaranta del Novecento, mentre si consumava in tutta l'area del Golfo la crisi legata al crollo del mercato delle perle) a oggi, il Paese ha reinvestito i proventi derivanti dallo sfruttamento del petrolio e dall'aumento costante del prezzo del greggio portando la sua popolazione a un livello di ricchezza pro capite superiore a quello di tutti gli Stati del mondo. In meno di un secolo, il Qatar ha abbandonato povertà e sottosviluppo, si è aperto a un economia di mercato e ha dotato i suoi abitanti di un avanzato sistema di protezione sociale. Fautori di questa trasformazione e garanti della necessaria stabilità politica sono stati i membri della famiglia el-Thani, al potere in Qatar dal XVIII secolo circa, protagonisti, soprattutto nel corso del Novecento, di una prassi di governo illuminata e aperta agli stimoli crescenti di un mondo sempre più globalizzato. Nonostante queste aperture, non scontate in un mondo che condivide comunque diversi tratti convenzionali con i vicini arabi più “tradizionalisti” (a partire dalla religione wahhābita), la multietnica società del Qatar (composta da occidentali impiegati nelle piattaforme petrolifere ma anche da immigrati indiani, pachistani, filippini ecc.) nasconde ancora un trattamento discriminatorio nei confronti degli stranieri, esclusi in massima parte dai benefici sociali di cui godono i cittadini autoctoni.

Lo Stato

A lungo protettorato inglese, diventato indipendente nel 1971, in base alla Costituzione provvisoria promulgata nel 1970, il Qatar è una monarchia ereditaria, che attribuisce al sovrano (emiro) capo dello Stato e del governo, poteri pressoché assoluti. La Carta fondamentale, approvata in via definitiva nel 2004, stabilisce che il Consiglio consultivo sia composto da 45 membri eletti a suffragio universale. Il Consiglio dei ministri, cui compete l'esercizio del potere esecutivo, è nominato dall'emiro. Nel 1999 in occasione delle prime elezioni della storia amministrativa del Paese, al fine di designare un Consiglio municipale consultivo (unico per tutta la penisola), sono state ammesse al voto anche le donne. Il sistema giudiziario si basa sulla legge coranica; la giurisdizione internazionale non è accettata. Per quanto riguarda l'amministrazione della giustizia, invece, sono presenti alcune Corti locali, cui si aggiungono due Corti penali, una civile e per il lavoro e una Corte d'Appello. Nel paese è in vigore la pena di morte. Le forze armate del Qatar sono tripartite (esercito, marina, aviazione); nel Paese la leva è volontaria e si effettua a partire dai 18 anni d'età. Il sistema scolastico statale è stato introdotto in Qatar nel 1956. L'istruzione è gratuita a tutti i livelli, ma non è obbligatoria. La scuola primaria inizia a 6 anni d'età e dura 6 anni. A 12 anni d'età gli studenti frequentano la scuola preparatoria a cui fa seguito, dopo 3 anni, la scuola secondaria, anch'essa della durata di 3 anni. Il Qatar dispone di una polo accademico a Doha (1973); la stessa città è sede anche di università straniere come il Virginia Commonwealth University in Qatar e di altri istituti superiori, tra cui il Weill Cornell Medical College in Qatar o il Qatar Aeronautical College. L'analfabetismo colpisce l'1.5% della popolazione (2015).

Territorio: geografia fisica

Il Qatar ha un territorio ben definito, in quanto corrisponde all'omonima penisola protesa per oltre 150 km nella sezione sudoccidentale del Golfo Persico. Esso consiste in una pianura desertica con coltri di sabbia e rocce prevalentemente costituite da calcari eocenici (era cenozoica) interessati da fenomeni carsici; il clima, tipicamente tropicale, vede contrapporsi a estati torride, con punte di oltre 50 ºC, inverni talvolta freschi; non esistono corsi d'acqua e le precipitazioni sono pressoché assenti.

Territorio: geografia umana

Nei piccoli villaggi delle oasi, per lo più scaglionati lungo la costa, si raccoglie buona parte della popolazione sedentaria tradizionalmente occupata nell'agricoltura e nella pesca; (numerosi qatari sono ancora nomadi e si dedicano all'allevamento dei cammelli ma la quasi totalità degli abitanti risiede nelle grandi città). La densità è di 221,96 ab./km², in media con la maggior parte dei Paesi del Golfo Persico. La capitale, Doha, situata sulla costa orientale del Paese, attivissima città commerciale e finanziaria, il cui volto ultramoderno è l'immediato riflesso dell'improvvisa ricchezza qatara, rappresenta il primo segno di quelle trasformazioni che hanno investito tutto lo Stato ma che hanno riguardato non la totalità degli abitanti ma solo la quota di qatari, a loro volta minima parte di quella componente araba che costituisce la metà della popolazione. La stragrande maggioranza degli abitanti proviene, infatti, da Iran, India e Pakistan. Si tratta di tecnici, consulenti, lavoratori a ogni livello che costituiscono parte preponderante della forza lavoro; nella seconda metà degli anni Ottanta questa componente ha subito un ridimensionamento a seguito della crisi petrolifera. Si osserva inoltre uno sbilanciamento nella composizione di genere della popolazione in favore dell'elemento maschile, che caratterizza la forza lavoro straniera. Gli altri principali centri, tutti direttamente legati allo sfruttamento del petrolio, sono Umm Said, poco a S della capitale, porto d'imbarco del greggio, e Dukhān, sulla costa occidentale, il maggior centro petrolifero del Paese.

Territorio: ambiente

Data l'assenza di precipitazioni non si ha, di conseguenza, vegetazione, eccetto là dove l'affiorare di falde acquifere ha consentito la formazione di oasi con palme da dattero, alla cui ombra crescono modestissime colture, soprattutto orticole. Per il resto sono presenti, soprattutto nel Nord, piante grasse, piante effimere e annuali alternate a vasti spazi totalmente aridi. La fauna include artropodi (scorpioni, ragni, insetti vari), serpenti e uccelli migratori; tra i mammiferi sono diffusi l'orice, il cammello e il gatto delle sabbie mentre la fauna marina comprende, tra l'altro, gamberi e ostriche. La scarsità di risorse idriche impone un sempre maggiore ricorso alla desalinizzazione. Inoltre lo sviluppo dell'industria del gas naturale sta contribuendo ad aumentare l'inquinamento dell'aria: il Qatar è, purtroppo, il secondo Paese al mondo per emissioni di CO² pro capite. Le zone protette costituiscono lo 0,6% del territorio e comprendono due centri di allevamento (deputati alla conservazione di specie in via di estinzione), sei ranch privati e cinque aree protette che interessano flora e fauna marina e terrestre.

Economia

Nel periodo antecedente lo sfruttamento economico dei giacimenti di petrolio, avvenuta alla fine degli anni Quaranta del Novecento, l'economia del Qatar era sostanzialmente basata sull'allevamento di cammelli, sulla pesca e la raccolta di perle. Con l'estrazione del petrolio, affidata inizialmente a compagnie europee e americane poi nazionalizzate, e, più tardi, con lo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale, il Paese in pochi decenni è diventato uno dei più ricchi al mondo. Il PIL nazionale è di 146 090ml $ USA (2020) e quello pro capite di di 93.508 $ USA (2020),.  La crescita economica è costante e, forte delle valutazioni positive degli organismi internazionali, il Paese continua ad attrarre investimenti esteri. Il governo, che persegue un'attenta politica di controllo dei flussi di denaro straniero, attirati nel Qatar da esenzioni fiscali e da facilitazioni di vario genere, ha intrapreso un ambizioso programma di potenziamento economico volto a creare fonti di reddito alternative al petrolio. Più specificamente, i piani di sviluppo hanno teso a costituire la base di un'economia industriale affiancata a un'agricoltura in grado di assicurare il fabbisogno alimentare interno; tra gli obiettivi prioritari si collocano la realizzazione di ulteriori impianti per la dissalazione dell'acqua marina e la produzione d'energia elettrica, la valorizzazione del turismo, il potenziamento delle comunicazioni e dei trasporti, oltre che dell'edilizia, con particolare attenzione a quella scolastica e ospedaliera. Le ripercussioni del controshock petrolifero del 1986 hanno comunque imposto una revisione dei progetti di sviluppo economico. Si sono così affermati quelli volti al consolidamento dell'industria pesante (tramite accresciuto sfruttamento del gas), a un ampliamento della presenza dei privati nell'economia e alla contestuale espansione della piccola e media impresa. All'incremento degli investimenti nel settore agricolo, si sono aggiunte misure atte a favorire l'estensione delle colture e a garantire il necessario apporto idrico. § L'allevamento (ovini, caprini e cammelli) continua a mantenere un certo ruolo nell'esportazione mentre la pesca è in declino. § Il settore secondario è legato in massima parte allo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas naturale. Le prime estrazioni petrolifere furono effettuate nel 1949 dal giacimento di Dukhān, oggi collegato con due oleodotti a Umm Said. In pratica, però, l'attività estrattiva divenne preminente nell'economia del Paese solo con gli anni Settanta: dal 1977 il Qatar, con successive acquisizioni delle maggioranze azionarie delle società estrattive operanti nel Paese (la Shell Company of Qatar e la Qatar Petroleum Company), detiene, infatti, l'intero controllo del settore petrolifero nazionale. Sono altresì stati attuati programmi per valorizzare i giacimenti di gas naturale, estratto a Dukhān e convogliato con metanodotto a Doha, dove viene utilizzato come combustibile per la produzione di energia elettrica e per azionare l'impianto di dissalazione dell'acqua marina. Non solo: il giacimento offshore di North Field, il cui sfruttamento è iniziato negli anni Novanta del Novecento, è tra i più estesi al mondo fra quelli non associati a petrolio e fa del Qatar il terzo Paese al mondo per riserve di gas naturale nonché uno dei maggiori produttori. Rilevante è anche lo sviluppo industriale: a Umm Said sono stati insediati una raffineria, un gigantesco complesso petrolchimico, un'acciaieria; a Umm Bab è stato allestito un cementificio e un impianto per la produzione di alluminio. I finanziamenti statali e stranieri hanno permesso di ottenere notevoli risultati nella ricerca sul gas naturale liquefatto (LNG) e di sviluppare un'industria specializzata nel settore. Altre industrie presenti sono i piccoli stabilimenti alimentari a Doha e Umm Bab. Nel quadro del processo di diversificazione dell'economia il Paese ha investito a partire dalla fine del XX sec. sul settore turistico, con la creazione del Qatar Tourism Authority, ente finalizzato alla promozione di siti naturalistici e località di pubblico interesse. I Paese si è dotato anche di infrastrutture dedicate a ospitare conferenze internazionali ed eventi sportivi di portata internazionale. § Quanto alle vie di comunicazione, ai ca. 10000 km di arterie stradali che collegano Dukhān, Doha e Umm Said con i piccoli centri del Qatar settentrionale, si aggiunge il tronco (ca. 100 km) che da Doha porta ad As Salwá, all'estremità sudoccidentale del Paese, e da lì si raccorda con la rete dell'Arabia Saudita, in particolare con la strada che partendo da Al-Hufūf attraversa tutta la Penisola Arabica sino al Mar Rosso; è stata inoltre realizzata, congiuntamente con Abu Dhabi, un'autostrada costiera, che interessa tutti gli Stati del Golfo Persico. L'aeroporto internazionale della capitale è in grado di accogliere i più grandi aerei di linea; Doha ospita anche uno dei maggiori porti del Paese, accanto a quello di Umm Said. L'agenda politica prevede, inoltre, un ampliamento delle infrastrutture nei prossimi decenni: in particolare, la realizzazione di un ponte che collegherebbe il Qatar al Bahrein, il nuovo aeroporto di Doha e un'intera isola artificiale (la Perla del Golfo) di 400 ettari. Il commercio estero è rappresentato, quanto alle esportazioni, per lo più dal petrolio e gas naturale liquefatto; per il rimanente prevalgono i prodotti chimici e petrolchimici. Le importazioni concernono in pratica ogni genere di manufatti, in particolare beni alimentari e prodotti industriali. La bilancia commerciale è in attivo: le esportazioni sono per lo più dirette verso altri Paesi asiatici come Giappone, Corea del Sud, Singapore, Thailandia mentre le merci vengono importate soprattutto da Unione Europea (Francia, Italia, Gran Bretagna, Germania ecc.), Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud. Nel 2014 è entrato in funzione il nuovo aeroporto della capitale, dove nel 2019 è stata inaugurata la prima parte dell’ampia rete metropolitana. Dal 2015 è attivo un nuovo porto presso Musay’īd, a sud di Doha.

Storia

Il Paese è retto da una dinastia di arabi Utubi che, installatisi in parte nel Kuwait all'inizio del sec. XVIII, nel 1766 occuparono la penisola del Qatar. Lo Stato cadde sotto il protettorato turco (1871-1914), che riconobbe la famiglia regnante, el-Thani, la quale poi concluse con la Gran Bretagna un accordo di protezione (1916). Nel settembre 1971 il Qatar proclamò l'indipendenza. L'anno successivo l'emiro Aḥmed ibn ʽAlī el-Thani fu deposto e sostituito dal cugino Khalī-fa ibn Ḥamad el-Thani. Il Qatar è considerato uno dei Paesi arabi più conservatori; membro del Consiglio di Cooperazione del Golfo (1981), nel 1982 stipulava un accordo bilaterale con l'Arabia Saudita nel campo della difesa. Sostenitore dell'Iraq nella guerra contro l'Iran (1980-88), fra il 1990 e 1991 il Paese partecipava alle operazioni della coalizione internazionale intervenuta contro il regime iracheno per la liberazione del Kuwait. L'unico vero scossone alla vita politica del Qatar si manifestatava nel 1995, quando il principe ereditario Ḥamad ibn Khalī-fa el-Thani detronizzava suo padre, Khalifa ibn Ḥamad el-Thani, in quel momento all'estero. Ma si trattava di una vicenda tutta interna al “palazzo” e che aveva, come unica ripercussione, la denuncia di un presunto tentativo di controgolpe organizzato dal genitore defenestrato e abortito sul nascere (febbraio 1996). Ḥamad ibn Khalī-fa el-Thani nell'ottobre dello stesso anno nominava primo ministro - carica fino ad allora riservata all'emiro - il fratellastro sceicco Abdallah. Nel 2003 si svolgeva un referendum popolare per l'approvazione della nuova Costituzione, che per la prima volta introduceva l'elezione popolare di due terzi dei membri del Parlamento e che entrava in vigore nel 2005. Nel 2007 si svolgevano, per la seconda volta nella storia del Paese, le elezioni per il Consiglio municipale consultivo. Nel 2013 diventava sovrano Abdullah bin Nasser bin Khalifa el-Thani, in seguito all'abdicazione del padre. Nel 2017 Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Egitto e altri paesi musulmani, hanno interrotto i rapporti con il Qatar, accusandolo del sostegno a gruppi integralisti come Hamas e dell'appoggio alla destabilizzazione iraniana della regione. L'isolamento del Qatar prevede sanzioni economiche, la chiusura dei confini alle compagnie e ai cittadini qatarioti, nonché l'espulsione di quest’ultimi di questi dai paesi del Golfo. A inizio 2021, Qatar e Arabia Saudita hanno concordato una risoluzione della crisi con la mediazione di Kuwait e Usa. 

Cultura

A differenza di gran parte del mondo islamico in Qatar il passato non è visto come un'eredità da preservare a ogni costo e un valore da anteporre alla modernità e al benessere regalato dal petrolio. Le tradizioni sono rispettate, l'Islam è la base della vita pubblica e privata, ma ciò che del Paese resta impresso è un'immagine di sviluppo e soddisfazione per l'alto tenore di vita diffuso. Tuttavia, oltre alla storica centralità sociale che mantiene la famiglia, le espressioni culturali tradizionali restano palesi in ambito artistico, per esempio nelle musiche e nelle danze di origine beduina (come l'al-Ardha, una sorta di poesia coreografata) che colorano le feste, sia quelle religiose sia quelle civili, come la festa nazionale celebrata il 3 settembre. Anche il teatro propone temi sentimentali di origine popolare, con balli e costumi tipici. Nell'artigianato la lavorazione dei gioielli e dei tessuti rivestono ancora discreta importanza. Vero centro della vita economica e culturale, oltre che vetrina più eloquente della ricchezza del Paese è Doha. Sede di eventi sportivi internazionali (nel 2006 vi si è svolta la 15° edizione dei Giochi Asiatici) come alcuni importanti tornei di tennis inseriti nel circuito professionistico, regate velistiche e campionati di golf, la capitale ospita il Qatar National Museum, un Forte risalente all'occupazione turca del XIX secolo e il Museo delle Armi, oltre agli immancabili suq, i mercati all'aperto dove trovare bracciali e collane di perle, vero tratto distintivo della storia del Qatar. Lo testimonia anche il Pearl Monument, simbolo di una delle attività tradizionali svolte sino a pochi decenni fa dagli abitanti per vivere. Nei deserti intorno alle città sono poi disseminati altri suggestivi forti, torri e siti archeologici. In Qatar ha inoltre sede la principale emittente televisiva del mondo arabo, Al Jazeera, rete satellitare indipendente, nota però anche nel mondo occidentale. Al Jazeera rappresenta comunque un felice esempio di libertà di espressione intellettuale e politica e testimonia quel più generale processo di sviluppo dei mass media e dell'informazione in atto nel Paese. Da segnalare l'attività della poetessa qatariota Kaltham Jaber (1958-). 

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