ChatGPT: limiti e potenzialità della tanto chiacchierata intelligenza artificiale
E' uno degli esempi di intelligenza più chiacchierati e contestati. ChatGPT può davvero sostituire l'essere umano nei lavori di scrittura e programmazione? Facciamo il punto dell questione.
L'intelligenza artificiale conversazionale ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, con il lancio di numerose tecnologie, come chatbot e agenti virtuali, sviluppate per consentire alle macchine di comprendere e rispondere agli input del linguaggio naturale. Tra esse la più famosa è ChatGPT, arrivata a novembre del 2022. Chiacchieratissima, in molti temono che possa sostituire molte delle professionalità esistenti: ma è davvero così? Facciamo il punto sulla più famosa intelligenza artificiale sul mercato.
Cos'è ChatGPT?
Ma prima di entrare nel vivo della questione partiamo dalle basi, soprattutto per tutti coloro che non hanno mai sentito nominare ChatGPT. In estrma sintesi si tratta di un modello di intelligenza artificiale per la produzione di linguaggi naturali e coding sviluppato dalla società statunitense OpenAI, che nel 2015 ha avuto tra i suoi fondatori Elon Musk.
ChatGPT è stata creata per aiutare gli utenti a interagire più facilmente e senza intoppi con GPT-3, il terzo modello GPT (Generative Pretrained Transformer) di OpenAI. Lanciata nel 2022 utilizza gli algoritmi deep learning per produrre testi simili a quelli umani e gestire diverse attività come la risposta a domande e la traduzione automatica.
A cosa serve e come si usa ChatGPT
Realizzata da OpenAI, ChatGPT può migliorare notevolmente il modo in cui interagiamo con le macchine in una vasta gamma di applicazioni. Nel servizio clienti, ad esempio, ChatGPT può essere utilizzata per gestire le domande più comuni e fornire risposte rapide e accurate, riducendo il carico di lavoro degli operatori. Consente inoltre di scrivere articoli, email, lettere di presentazione e curriculum. È inoltre poi in grado di correggere errori matematici, programmare, creare post social e fare traduzioni. ChatGPT si può poi “cimentare” nella scrittura creativa.
Questa intelligenza artificiale sfrutta infatti algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare testi simili a quelli umani, pertinenti e coerenti. Come ci riesce? Tali algoritmi vengono “addestrati” su una grande quantità di dati di testo, dai romanzi ai saggi, fino agli articoli di giornale e ai contenuti web più disparati, senza dimenticare i dialoghi umani. Ma non finisce qui. Perché ChatGPT è letteralmente in grado di “imparare” dalle conversazioni che ha con gli utenti, adattandosi ai diversi stili di interazione. Le ottime prestazioni del chatbot, compresa la fluidità del linguaggio e la naturalezza delle sue risposte, sono dovute anche al lavoro di diversi istruttori umani che hanno contribuito al suo sviluppo.
ChatGPT, un potenziale enorme con altrettanti problemi
Il potenziale di ChatGPT, non è esagerato dirlo, è enorme. Ma l’intelligenza artificiale presenta anche alcune problematiche. Potrebbe contribuire a far sparire molte professionalità? Che ne sarà del copywriting? E qual è il suo impatto sul mondo scolastico?
Il mondo della scuola
Nella scrittura creativa, che va dai romanzi alle poesie, ChatGPT può generare testi simili a quelli umani. È dunque ovvio che, insieme a grandi opportunità, si presentino grossi grattacapi. Se ben indirizzata ChatGPT può, ad esempio, fare i compiti al posto degli studenti: per questo, a breve distanza dal suo lancio, è stata bandita dagli istituti scolastici statunitensi. E non solo. Ma non tutto quello che è AI viene per nuocere: i chatbot avanzati potrebbero essere infatti utilizzati come ausili in classe per rendere le lezioni più interattive. Ed è solo un esempio.
Impatti sul mondo del lavoro
Dalla scuola al lavoro, man mano che la tecnologia continuerà a migliorare, ChatGPT diventerà ancor più efficiente nella simulazione della conversazione umana, dimostrandosi uno strumento prezioso per aziende e organizzazioni.
In tanti però sostengono che metterà a rischio o addirittura cancellerà intere categorie professionali. Quanto c’è di vero? A rischio sono soprattutto gli ambiti legati a Internet, come il web design, il digital marketing, persino il giornalismo. Tuttavia, è importante ricordare che ChatGPT non può sostituire completamente la capacità di scrittura di un essere umano. Né la sua creatività. Possono invece dormire sonni tranquilli i lavoratori manuali: se sono sopravvissuti all’automazione, non hanno niente da temere da un chatbot.
I limiti di ChatGPT
Finora abbiamo parlato dei pregi di ChatGPT e dell'impatto che può avere sul settore della scuola e del lavoro. Eppure questa intelligenza artificiale ha anche dei difetti: si tratta pur sempre di una "macchina", per quanto intelligente possa essere. Seppur addestrata su una grande quantità di dati non ha alcuna reale comprensione del mondo reale.
A meno di futuri miglioramenti, il chatbot ha difficoltà a comprendere il contesto di una conversazione, le espressioni più colloquiali, persino certi riferimenti culturali e in generale gli inside joke.Va da sé poi che ChatGPT sia più efficace nel dare risposte specifiche basate sui fatti, piuttosto che aperte su concetti astratti.
Le critiche al chatbot di OpenAI
Questo chatbot, generando testi che poi circolano sul web, può contribuire alla diffusione di fake news. L’ideale per i teorici della cospirazione. Non solo: tramite ChatGPT è inoltre facile attuare del trolling sui social media, creando identità capaci di pubblicare commenti (e non solo) in quantità.
ChatGPT è stata poi bocciata dalle nuove regole Ue sull'intelligenza artificiale. I problemi principali sono la mancanza di trasparenza sull'utilizzo dei dati, il processo di addestramento dell'intelligenza artificiale e l'inquinamento prodotto.
Sul lungo termine, sostengono i detrattori di questo chatbot, le persone potrebbero fare eccessivo affidamento sui modelli di AI conversazionale con il rischio, potenziale, di una perdita del pensiero critico e delle capacità decisionali.
A questo va aggiunta un’altra problematica. Non tutti hanno accesso alle risorse necessarie per utilizzare modelli di intelligenza artificiale conversazionale come Chat GPT: questo potrebbe esacerbare le disuguaglianze già esistenti.
Quanto costa ChatGPT
Usare ChatGPT è semplice. Basta collegarsi al sito web ufficiale del servizio e attivare un account. A registrazione avvenuta, si può scrivere la propria richiesta nel campo di digitazione posto nella parte inferiore della pagina, per poi inviarla cliccando sull’icona dell’aeroplanino. Fatto ciò, non resta che attendere la risposta da parte dell’algoritmo: se è molto articolata può richiedere anche qualche minuto, mentre per quelle più semplici e banali le risposte sono pressoché istantanee. ChatGPT è gratis, ma per continuare a usarla anche quando il sito è in sovraccarico, basta pagare 20 euro al mese per usufruirne senza limitazioni.
Matteo Innocenti
Foto di apertura di Jonathan Kemper su Unsplash