L'alimentazione

Mediamente fino a quattro-cinque mesi l'alimentazione del bambino è costituita esclusivamente da latte materno o artificiale; da questo momento invece aumenta il fabbisogno energetico e proteico del lattante e, in mancanza di un'adeguata introduzione di ferro, calcio e vitamina D il bambino andrebbe incontro a malattie quali l'anemia, il rachitismo, oltre a uno scarso accrescimento.

Si impone quindi l'introduzione lenta e graduale (e mai nei periodi troppo caldi) di un pasto di svezzamento (che di solito si somministra col cucchiaino anziché col biberon), caratterizzato dalla presenza bilanciata di proteine animali (liofilizzato o omogeneizzato di carne, parmigiano), grassi (olio d'oliva e parmigiano), carboidrati (crema di riso o mais e tapioca), vitamine, sali minerali e fibre (brodo di verdura non salato, mela o pera), mentre gli altri pasti della giornata rimangono a base di latte.

Dopo circa un mese viene raddoppiato il pasto di svezzamento (pranzo e cena) e, in alternativa al liofilizzato/omogeneizzato, si può offrire il formaggino, mentre nel gruppo dei carboidrati si possono inserire alimenti col glutine (crema multicereali, pastina).

Verso l'ottavo mese si possono introdurre la carne fresca frullata, i formaggi freschi, il tuorlo d'uovo, i legumi, lo yogurt; verso l'anno si inseriscono mediamente i cibi più allergizzanti (albume, latte vaccino, pesce, fragole, kiwi, pomodoro).

Quanto prima il bambino andrebbe abituato a mangiare da solo senza essere imboccato; la migliore garanzia perché introduca in modo bilanciato tutti i principi nutritivi di cui ha bisogno è data dal mantenere più a lungo possibile il pasto unico (cioè la pappa).
Dolci e fritti andrebbero evitati il più possibile, mentre l'abitudine a una sostanziosa prima colazione dovrebbe essere promossa fin dalla prima infanzia.