L'alimentazione e il peso in gravidanza
Un'alimentazione corretta è soprattutto varia ed equilibrata in qualunque periodo della vita e la gravidanza non deve indurre bruschi cambiamenti delle abitudini alimentari: non è necessaria in questi mesi una dieta specifica e tanto meno "mangiare per due", tuttavia alcuni componenti nutritivi vengono consumati maggiormente in precisi periodi della gestazione per la crescita fetale ed è necessario che la madre reintegri le sue riserve.
L'apporto calorico giornaliero dovrebbe aumentare mediamente da 2100 calorie (donna non incinta di età compresa tra 18 e 45 anni, attività fisica media) a 2300 nel primo trimestre e 2450 nel secondo e terzo trimestre; l'aumento ponderale della gestante nei nove mesi è compreso mediamente tra gli 8 e i 14 kg e va distribuito soprattutto nel secondo e terzo trimestre. I limiti personali dell'aumento ponderale vanno comunque individualizzati con il ginecologo in base al peso pregravidico.
Dal punto di vista qualitativo le proteine (sia animali sia vegetali) dovrebbero rappresentare il 15-20% delle calorie assunte, i grassi il 25-30% (preferibilmente vegetali), i carboidrati il 60% (meglio gli amidi rispetto agli zuccheri semplici); fibre, vitamine, sali minerali e acqua devono completare la dieta della gestante. In linea di massima dunque è consigliabile aumentare il consumo di pesce, legumi e latticini, di fibre grezze (pane, pasta, riso integrali), frutta e verdura fresca; da limitare l'assunzione di caffè, tè, coca-cola e bibite dietetiche, dolcificanti chimici, cioccolato, insaccati e cibi conservati o metodi di cottura troppo elaborati.
Spesso per quanto riguarda gli aumentati fabbisogni di calcio, ferro e acido folico (difficilmente soddisfatti dalla dieta) il ginecologo prescrive, in epoche diverse, appositi integratori.
Regimi alimentari particolari pregravidici (vegetariano, macrobiotico ecc.) vanno segnalati e dettagliati al ginecologo o dietologo che, eventualmente, provvederà a una specifica integrazione.
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