10 passi nella storia del balletto

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Dieci nomi e date che hanno segnato per sempre la storia della danza.

La danza è una forma di espressione antichissima, nata con l’uomo nella preistoria. Come raffinata forma di spettacolo, con una serie di elementi codificati, si è evoluta poi nel balletto: Lo schiaccianoci, Romeo e Giulietta, Il lago dei cigni, Giselle, Bolero sono solo alcuni esempi, così come Le nozze di Figaro, al centro dello speciale Sulle Punte – Alla scuola di ballo Accademia Teatro alla Scala di Milano, che in onda su DeAKids il 24 settembre segue la quotidianità di due giovani ballerini, Laura e Giovanni, tra lezioni di danza, scolastiche e pomeriggi di svago, mentre inseguono il sogno di diventare étoile. Ripercorriamo la storia del balletto in dieci momenti fondamentali.

1. Rinascimento italiano e nascita del balletto come forma d’arte

Come forma d’arte, il balletto nasce nelle corti italiane del Rinascimento, quando le feste, sempre più sfarzose, iniziano a includere anche rappresentazioni codificate con precisi passi e movimenti. A sceglierli sono il maestri di danza. Tra i coreografi del tempo ci sono Domenico da Piacenza e Guglielmo Ebreo da Pesaro. Risale a questa epoca una delle prime testimonianze di ballo legato a un tema unitario: la “cena danzante” messa in scena nel 1489 a Tortona durante il banchetto di notte tra Gian Galeazzo Maria Sforza e Isabella d’Aragona, a cura di Bergonzio Botta.

2. ‘500: A Milano la prima scuola di danza

È nella città del Teatro alla Scala, inaugurato nel 1778, che più di due secoli prima nasce la prima scuola di “ballo nobile”. A fondarla è nel 1545 Pompeo Diobono: frequentata da numerosi ballerini tra cui Cesare Negri (che scriverà Le Gratie d'Amore, trattato nel 1602 che espone le cinque posizioni di base), diventa in poco tempo famosa in tutta Europa.

3. ‘600: Parigi capitale del mondo del balletto

Diventata regina di Francia, Caterina de’ Medici “esporta” Oltralpe questa nuova forma d’arte. Nel 1581, in occasione del matrimonio fra il duca Anne de Joyeuse e Margherita di Lorena, organizza il Balet Comique de la Royne. Allestito dall’italiano Baldassare de Belgiojoso, è un sontuoso spettacolo di cinque ore basato sul mito della maga Circe: gli esperti sono concordi nel ritenerlo il primo vero balletto della storia. Enorme successo, il Balet Comique de la Royne viene presto imitato nelle altre corti d’Europa. A sancire definitivamente il ruolo di Parigi come capitale del balletto è poi Luigi XIV: grande sostenitore di questa arte, il Re Sole ama danzare al punto da prendere parte agli spettacoli della sua corte e, nel 1661, fonda l’Académie Royale de Danse, dove vengono codificate delle regole fondamentali del balletto classico.

4. 1655: Nasce M.lle La Fontaine, prima ballerina professionista

Nel Seicento l’Europa viene contagiata dalla febbre del balletto, che dalla rappresentazione privata presso le corti passa a quella pubblica, nei teatri. Nel 1655 nasce Mademoiselle De Lafontaine o La Fontaine: dopo gli studi all’Académie Royale de Danse, debutta nel 1681 all'Opéra di Parigi ne Le triomphe de l'amour, prima apparizione di ballerine professioniste in uno spettacolo pubblico. Fino a questo momento, infatti, le parti femminili sono state danzate da uomini en travesti. Ammirata per talento e bellezza, M.lle la Fontaine balla come premiére danseuse in una ventina di produzioni all'Opéra, prima di ritirarsi in convento.

5. Marie Camargo e Marie Sallé scarpe senza tacco e gonne corte

Nel Seicento i ballerini, sia uomini che donne, danzano indossando maschere, parrucche, scarpe con il tacco e abiti inadatti alla libertà di movimento. Le ballerine, in particolare, si esibiscono con gonne lunghe e larghe, sempre strette nei loro corpetti. Tutto cambia con Marie Sallé e la rivale Marie Camargo: la prima, nel 1729, si esibisce in Les Caracteres de la danse senza maschera e con un abito di velo leggero, simile ad una tunica greca. La seconda, qualche anno dopo, toglie il tacco alle scarpe e accorcia la sottana poco sopra la caviglia.

6. La nascita del "ballet d'action"

Camargo e Sallé anticipano Jean-Georges Noverre, maître de ballet che nella seconda metà del Settecento elabora una profonda riforma, volta a emancipare la danza da canto e declamazione, alle quali era sempre collegata (e subordinata) negli spettacoli teatrali. Secondo Noverre il balletto può offrire anche da solo una narrazione, tramite l'espressività dei gesti danzati e il ricorso alla pantomima, in uno spettacolo in cui assumono enorme importanza  scenografie e costumi, di cui non devono far parte maschere e parrucche. Una rivoluzione che Noverre, al netto di qualche divergenza concettuale, realizza insieme al collega Gasparo Angiolini: è quest’ultimo a coreografare il primo ballet-pantomime della Storia, ovvero Don Juan ou le Festin de pierre, che va in scena nel 1761 ai Teatri Imperiali di Vienna. 

7. 1841: Giselle all’Opéra avvia la stagione del balletto romantico

Le teorie di Noverre e Angiolini trovano terreno fertile nel balletto romantico, che segue di poco il movimento romantico nelle arti visive e nella letteratura: anche nella danza inizia a essere presente una forte caratteristica conflittuale tra uomo e natura, tra realtà e sovrannaturale. Per esplicitare questa contrapposizione, i balletti sono generalmente suddivisi in due atti. Inoltre, acquisisce sempre più importanza la protagonista femminile, che mette in secondo piano i ruoli maschili. Figura importantissima di questo periodo è Maria Taglioni, che nel 1832 esegue l'intero balletto La Sylphide “en pointe” e indossando per la prima volta il tutù, ideato per lei dal pittore Eugene Lamy. Il vero capolavoro romantico è però Giselle, portato in scena nel 1841 all’Opéra di Parigi, con il ruolo della protagonista interpretato da Carlotta Grisi.

8. I balletti imperiali firmati Petipa-Čajkovskij

La nascita del balletto russo precede di un secolo circa l’affermazione del balletto romantico. È infatti il 1738 quando a San Pietroburgo nasce il corpo di ballo del teatro Mariinskij, affidato al francese Jean-Baptiste Landé. Per l’affermazione della scuola russa bisogna però aspettare gli sgoccioli dell’Ottocento, quando dalle musiche di Petr Čajkovskij e dalle coreografie di Marius Petipa nascono i capolavori La bella addormentata (1890), Lo schiaccianoci (1892) e Il lago dei cigni (1895): quest’ultimo è un revival dell’omonimo balletto che ha debuttato nel 1877 (ma con coreografie diverse) al Bolshoi di Mosca, oggi teatro simbolo del balletto russo.

9. XX secolo: la nascita del balletto moderno

Petipa dirige per una trentina d’anni il balletto imperiale russo. La rivoluzione successiva ha radici nell’impero zarista, ma nasce all’estero. Per la precisione a Parigi, dove nel 1909 l’impresario Sergej Djagilev fonda la compagnia Ballets Russes, che comprende i migliori ballerini provenienti dai teatri Mariinskij e Bolshoi. Concepiti come sintesi tra danza, musica, pittura e avanguardie artistiche, gli spettacoli dei Ballets Russes sono completamente diversi da quelli a cui è abituato il pubblico: spopoleranno per vent’anni in Europa e nel resto del mondo, sancendo la nascita del balletto moderno.

10. 1910: nasce il Chicago Opera Ballet

Danzano tra i Ballets Russes Anna Pavlova, famosa per la sua grazia, e George Balanchine, che influenzerà in modo determinante il balletto classico americano. Sulla scia dei tour delle compagnie europee, negli Stati Uniti nel 1910 viene fondata la Chicago Opera Ballet. Si tratta della prima compagnia di balletto del Paese, che però oggi non è più attiva. La più longeva è la San Francisco Ballet (1933), che precede per anzianità due punti di riferimento mondiale di questa arte, l’American Ballet (1937), compagnia diretta negli Anni ‘80 da Michail Baryšnikov, e la New York City Ballet, fondata nel 1948 da Balanchine.