Caterina (regina di Francia)
de' Medici, regina di Francia (Firenze 1519-Blois 1589). Figlia di Lorenzo de' Medici e di Maddalena de la Tour d'Auvergne, sposò il 20 ottobre 1533 Enrico duca di Orléans, figlio cadetto di Francesco I. La morte improvvisa del cognato (agosto 1536) fece di suo marito il nuovo delfino di Francia. Eclissata dalla favorita del re, Diana di Poitiers, Caterina ebbe scarsa influenza durante il regno del marito (1547-59) alla cui morte avrebbe dovuto assumere la reggenza per il figlio Francesco II; fu però allontanata dai due tutori, il duca di Guisa e il cardinale di Lorena. Un anno dopo, alla morte di Francesco II (1560), Caterina riuscì a imporsi come reggente del figlio Carlo IX e tenne il potere fino a quando salì al trono Enrico III. La sua politica oscillò abilmente, secondo le circostanze, tra il partito cattolico dei Guisa e quello degli ugonotti: intelligente e priva di scrupoli, cercava così di conservare gli ultimi resti di autorità ai figli. In questa politica si inseriscono i tentativi di conciliazione (colloqui di Poissy, 1561), i legami con gli ugonotti ai quali, per svincolarsi dal pericolo di un'eccessiva influenza spagnola, concesse sotto determinate condizioni libertà di culto (Pace di Amboise, 1563); più tardi la Pace di Saint-Germain (1570), il progetto di matrimonio di Margherita con Enrico di Navarra e l'avvento di Coligny al potere testimoniano da parte di Caterina un nuovo tentativo di conciliazione tra i due partiti. Il timore di un impegno eccessivo contro la Spagna (Coligny aveva proposto un'alleanza con Guglielmo d'Orange e l'Inghilterra per un'offensiva contro la Spagna nei Paesi Bassi) indusse Caterina a disfarsi di Coligny e condusse alla strage della notte di San Bartolomeo (24 agosto 1572). Il duca di Guisa divenne arbitro della politica francese e Caterina , dopo la morte di Carlo IX (1574), ebbe scarsa influenza sul Paese nel quale si erano nuovamente scatenate le guerre di religione.
Caterina de' Medici, regina di Francia, in un dipinto di scuola francese del sec. XVI (Firenze, Uffizi).
De Agostini Picture Library/G. Nimatallah