tignòla

sf. [sec. XIII; latino tardo tineŏla, dim. di tinĕa, tigna]. Denominazione comune di Lepidotteri di varie famiglie fra cui Tortricidi, Iponomeutidi, Gelechidi, Piralidi e Tineidi che vivono ai danni di tessuti, derrate alimentari ecc. La tignola delle mele (Carpocapsa pomonella) della famiglia Tortricidi è più nota come baco delle pere e delle mele. Alla stessa famiglia appartiene la tignola orientale del pesco (Laspeyresia molesta), le cui larve polifaghe attaccano germogli e frutti. La tignola dell'uva (Clysia ambiguella) vive a spese della vite e in Italia compie due generazioni all'anno. Alla famiglia Iponomeutidi appartengono la tignola dell'olivo (Prays oleellus) e la tignola del melo (Hyponomeuta padellus); la prima è grigia con riflessi argentei e con una macchia scura sulle ali anteriori; l'altra, che vive a spese delle Rosacee, ha le ali anteriori bianche con numerosi punti neri. La tignola vera del grano (Sitotroga cerealella), della famiglia Gelechidi, infesta i cereali anche in pieno campo. Sempre alla stessa famiglia appartiene la tignola della patata (Phthorimaea operculella) che attacca anche pomodori e tabacco e che in Italia ha anche 5-8 generazioni, la prima sulle piante e le altre in genere sui tuberi immagazzinati. Numerose le tignole della famiglia Piralidi: la tignola della cera (Galleria mellonella), che vive anche nelle arnie e nei depositi di favi; la tignola fasciata del grano (Plodia interpunctella) e la tignola grigia della farina (Ephestia kuehniella), dannose a cereali, farina, frutta e verdura secca, tabacco lavorato ecc.; la tignola della farina (Pyralis farinalis), che ha le larve che costruiscono tubi sericei all'interno della pasta; la tignola del fieno (Hypsopygia costalis), che vive a spese del fieno di leguminose; la tignola del cactus (Cactoblastis cactorum), che venne importata dall'Australia per frenare l'espansione dei cactus che minacciavano d'invadere vastissimi territori. Alla famiglia Tineidi appartiene la falsa tignola del grano (Tinea granella) che si sviluppa su sostanze conservate di svariata natura (cereali, biscotti, semi, frutta secca ecc.), avvolgendo le cariossidi con fili di seta; la tignola delle pellicce (Tinea pellionella) e la tignola dei tappeti (Trichophaga tapetzella), vengono chiamate comunemente tarme e vivono a spese di panni di lana, stoffe, tappeti e pelli.

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