spèzie
sf. inv. (non comune il sing. spèzia) [sec. XIV; dal latino tardo specíes-ēi, mercanzia, derrate e, in particolare, droga, aroma]. Sostanze vegetali dotate di aroma e di gusto forte e penetrante, in grado di caratterizzare le preparazioni gastronomiche in cui vengono impiegate. Rarissime e preziose nell'antichità romana e nel Medioevo, quando, molto più richieste che non oggi, erano oggetto di un prospero commercio, soprattutto marittimo, con il Vicino e l'Estremo Oriente, che fu all'origine di non poche guerre e controversie, le spezie sono oggi di uso comune, più o meno accentuato da Paese a Paese. Le spezie orientali sono in genere più odorose e piccanti di quelle usate in Europa. Nella nostra cucina entrano come ingredienti essenziali il pepe bianco o nero, la noce moscata, lo zafferano, il coriandolo, la cannella. Di uso meno comune, ma che si va allargando, sono il curry, la paprica, il pimento, il ginepro, l'anice, il cumino, la curcuma, lo zenzero e numerose altre.