cumino
(o cimino), sm. [sec. XVI; dal latino cumīnum, risalente al greco kýminon]. Nome comune usato per indicare la pianta erbacea annua Cuminum cyminum della famiglia Ombrellifere (Apiacee), originaria del Turkestan, spontanea anche nelle nostre regioni e spesso coltivata nei Paesi mediterranei per trarne i frutti, aromatici, impiegati come condimento (soprattutto nella cucina tedesca), in liquoreria (per fare il Kümmel), in medicina e in profumeria. Alta ca. 50 cm, presenta fusti angolosi, ramosi, con foglie biternatosette a lacinie lineari e fiori piccoli, bianchi o rossicci, riuniti in ombrelle a 3-5 raggi. I frutti sono minuscoli acheni oblunghi, finemente costati: per distillazione forniscono l'olio essenziale di cumino, liquido incolore o giallastro, gradevolmente profumato, contenente dal 30 al 40% di aldeide cuminica e dal 20 al 25% di cumene, usato in farmacia come stomachico, stimolante, carminativo e sudorifero. Pure alla famiglia Ombrellifere appartiene il cumino dei prati (Carum carvi), noto anche come cumino tedesco, anice dei Vosgi o carvi. È un'erbacea annua molto ramosa, con frutti cilindrici un po' curvi, costati, di color grigio-bruno, molto odorosi e aromatici; forniscono l'olio di carvi, che ha proprietà antisettiche, stimolanti e stomachiche e viene usato in liquoreria e in pasticceria in modo analogo alla specie precedente.