scoliòsi
sf. [sec. XIX; dal greco tardo skolíōsis, incurvamento, da skoliós, curvo, storto]. Incurvamento della colonna vertebrale in cui è presente una deviazione laterale, osservabile e misurabile, di una parte della colonna dalla normale linea verticale rettilinea. Le cause della scoliosi sono molteplici: difetto statico dello scheletro (viziata posizione del tronco assunta dai ragazzi durante lo studio); rachitismo; malformazioni congenite degli arti inferiori (lussazione dell'anca, aplasie o displasie di un segmento ecc.); malattie acquisite (coxite e gonilite tubercolari, artrosi delle varie articolazioni: coxo-femorale, ginocchio, tibio-tarsica ecc.); paralisi o miopatie dei muscoli che sostengono il tronco; malattie delle vertebre (spondilartrosi deformante, reumatismo ecc.); malattie del torace (esiti di pleuriti, di empiema). A volte la scoliosi rappresenta un atteggiamento di difesa contro una situazione dolorosa: nella nevralgia ischiatica, per esempio, il malato nella stazione eretta piega il tronco verso il lato malato per evitare lo stiramento del nervo sciatico, che provoca dolore; viene così a formarsi una scoliosi detta eterologa, perché ha la convessità rivolta verso il lato sano. La diagnosi ha come esame indispensabile la radiografia di tutta la colonna vertebrale. Recentemente è stata introdotta una nuova tecnica di immagine che va sotto il nome di teletermografia e che misura specificamente il calore emesso dai muscoli della colonna. Tale calore è negli scoliotici di intensità differente tra un emidorso e l'altro, e quanto maggiore si rivela questa asimmetria nei controlli periodici, maggiore è la progressione e la gravità della malattia. La prognosi è variabile a seconda dei casi, essendo comunque più grave nelle scoliosi di origine malformativa o da malattie della ossa (per esempio rachitismo). Nelle forme dell'adolescenza, che sono le più frequenti e con prognosi migliore nella maggior parte dei casi, bisogna comunque attendere il termine dell'accrescimento, in quanto le modificazioni dell'apparato scheletrico durante questo periodo tendono ad aggravare il decorso della malattia. La terapia deve essere attuata il più precocemente possibile. Nelle forme lievi è spesso sufficiente praticare sport: il soggetto dovrà comunque essere tenuto sotto controllo, per non rischiare, con movimenti ed esercizi inopportuni, di aggravare la curvatura. Nelle forme più gravi la terapia si basa sull'applicazione di corsetti ortopedici, che devono essere indossati sino alla fine dell'accrescimento. Nei casi molto avanzati si rende necessario il trattamento chirurgico.