scàglia
IndiceLessico
sf. [sec. XIII; dal germanico skalja].
1) Formazione di rivestimento della pelle dei pesci. Nel linguaggio comune, impr., squama.
2) Per analogia, piccola lamina di metallo delle antiche armature. Anche i frammenti più o meno irregolari di pietra che ricoprono i tetti, disposti come le scaglie dei pesci: tetto a scaglie di lavagna.
3) Per estensione, piccolo e sottile frammento, scheggia di metallo, pietra o altro materiale ecc. che si stacca da un materiale durante la lavorazione per urto o taglio: una scaglia di marmo; sapone a scaglie; le scaglie della forfora, piccole squame di forfora che si staccano dal cuoio capelluto. anticamente, rottami di ferro sparati dalle artiglierie.
4) Strato di ossido che si forma sulla superficie di un pezzo di metallo in seguito a operazioni di riscaldamento. La scaglia deve essere sempre eliminata in quanto le operazioni di deformazione plastica a caldo o a freddo successive potrebbero causare degli intrappolamenti di scaglie sulla superficie dando origine a difetti sul prodotto finito.
5) In geologia, scaglia tettonica, massa rocciosa relativamente appiattita, limitata dalle masse litiche adiacenti da superfici di scorrimento; lo scorrimento è sempre limitato e non confrontabile con quello delle falde di ricoprimento.
Geologia
L'assetto strutturale a scaglie della roccia si realizza in seguito all'azione di forze tettoniche di compressione e attraverso due meccanismi diversi. Se il comportamento della roccia è plastico, come potrebbe essere quello di una successione di strati sedimentari, la deformazione iniziale è un piegamento isoclinale della stessa. Solo successivamente si realizzano le superfici di scorrimento: i fianchi rovesciati delle strutture isoclinali vengono, cioè, progressivamente stirati e laminati fino alla generazione di pieghe-faglie. L'assetto strutturale definitivo è, in questo caso, quello di una pila di masse rocciose costituite da successioni stratigrafiche analoghe e in giacitura diritta, separate da pieghe-faglie. Tali scaglie si dicono embricate in quanto le varie masse rocciose appoggiano l'una sull'altra come le tegole di un tetto. Altro tipo di scaglia è quella detta “listrica”, nota anche come cuneo listrico, che si genera in rocce aventi comportamento meno plastico, quali potrebbero essere i graniti, certe masse metamorfiche e certe rocce carbonatitiche massicce. La massa rocciosa, soggetta a stress, viene, in questo caso, subito interessata da un certo numero di piani di taglio subparalleli, lungo i quali le varie parti della massa si muovono reciprocamente.
Zoologia
Le scaglie sono costituite in prevalenza da tessuto osseo e hanno origine dermicaconnettivale; possono essere di diversi tipi: placoidi, ganoidi, cicloidi e ctenoidi. Quelle placoidi sono caratteristiche della maggior parte dei Condritti; sono molto piccole e dure, tali da conferire alla pelle di questi pesci caratteristiche abrasive (zigrino): si tratta di piccoli dentelli cutanei, impiantati nel derma con una lamina basale, formati da dentina e rivestiti da smalto, con una struttura cioè del tutto simile a quella dentaria. Le scaglie ganoidi, tipiche degli antichi Attinopterigi, si conservano attualmente in alcune forme arcaiche quali Polypterus e Lepisosteus. Si tratta di strutture complesse formate da uno strato basale di tessuto osseo lamellare, uno intermedio di cosmina, sostanza simile alla dentina, e uno superficiale di ganoina dalle caratteristiche simili allo smalto ma, come la dentina, di origine dermica. Dalle ganoidi si sono originate le scaglie cicloidi e ctenoidi degli attuali Osteitti; queste sono sottili lamine di tessuto osseo, non ricoperte da smalto, disposte a embrice e immerse in un sottile strato dermico. Le scaglie ctenoidi si distinguono dalle cicloidi per essere provviste di piccole spine sulla faccia esterna. Alle strutture citate si possono aggiungere le scaglie cosmoidi, tipiche di forme fossili (Ostracodermi, Placodermi, Crossopterigi), analoghe alle scaglie ganoidi con l'aggiunta di uno strato intermedio di tessuto osseo spugnoso. Le scaglie possono presentarsi anche in forme più o meno modificate come quelle differenziate dalla linea laterale o quelle fortemente ossificate degli Ostracionidi; oppure rivestire solo determinate parti del corpo dell'animale, come il “corsaletto” di alcuni Scombridi.