sòda
IndiceLessico
sf. [sec. XVI; forse dall'arabo suwwād, nome di una pianta dalle cui ceneri si ricavavano questi sali].
1) Nome tradizionale e ancor oggi di uso comune del composto chimico carbonato di sodio, Na₂CO₃. È noto all'uomo fino dalla remota antichità perché si rinviene in natura sotto forma del decaidrato Na₂CO₃∤10H₂O, che costituisce il minerale natron.
2) Acqua di soda (o solo soda), soluzione contenente carbonato di sodio e acido tartarico, usata per diluire bevande o come digestivo: un whisky e soda.
3) Nome comune di alcune erbe del genere Salsola, fra cui è quella detta più comunemente cali.
Chimica
Gli Egizi utilizzavano la soda per la produzione del sapone e per quella del vetro, ma già all'inizio del secolo scorso la soda naturale risultava insufficiente a coprire la crescente richiesta per gli usi industriali e per quello domestico e cominciavano a venir realizzati su scala industriale procedimenti per la produzione di soda artificiale, ottenendola in ogni caso dal composto del sodio più facilmente accessibile e abbondante in natura, il cloruro di sodio. Allo scopo si utilizzano oggi sia il cloruro di sodio fossile, e cioè il salgemma, sia il sale marino. Il primo procedimento utilizzato su vasta scala per la produzione di soda fu il metodo Leblanc, gradualmente sostituito a partire dall'inizio di questo secolo dal più moderno metodo Solvay. Nel metodo Leblanc il cloruro di sodio veniva dapprima trasformato in solfato di sodio riscaldandolo con acido solforico concentrato e recuperando l'acido cloridrico gassoso che si libera in questa reazione. Il solfato di sodio veniva poi riscaldato a secco a 700 ºC con carbone e carbonato di calcio; in tali condizioni il solfato veniva ridotto a solfuro di sodio, il quale dava luogo a una reazione di doppio scambio con carbonato di calcio formando carbonato di sodio e solfuro di calcio:
La massa ottenuta veniva poi lisciviata con acqua: questa discioglieva la soda lasciando invece indisciolto il solfuro di calcio, che costituiva il capomorto del metodo Leblanc. La soluzione di soda, opportunamente depurata, veniva poi concentrata fino a cristallizzazione, ottenendo la soda sotto forma del decaidrato, Na₂CO₃∤10H₂O, in grandi cristalli trasparenti; il decaidrato, che si indicava con il nome di soda Leblanc, veniva utilizzato direttamente oppure trasformato per impieghi particolari in soda anidra sottoponendolo a calcinazione. Nel metodo Solvay, che presenta il vantaggio di fornire direttamente una soda anidra e più pura, una soluzione concentrata di cloruro di sodio viene saturata a bassa temperatura con ammoniaca gassosa e anidride carbonica. In queste condizioni si forma il carbonato acido o bicarbonato di ammonio, il quale dà luogo con il cloruro di sodio a una reazione di doppio scambio che porta a bicarbonato di sodio e cloruro di ammonio:
Il bicarbonato di sodio, che in queste condizioni è assai poco solubile, si separa dalla soluzione allo stato solido e viene filtrato; successivamente lo si decompone in forni rotativi, a una temperatura prossima ai 200 ºC, ottenendo carbonato neutro, acqua e anidride carbonica che viene di nuovo utilizzata dagli apparecchi per la preparazione del bicarbonato:
La soluzione di cloruro di ammonio dalla quale si era separato per filtrazione il bicarbonato di sodio viene addizionata di calce e riscaldata, liberando allo stato gassoso l'ammoniaca, la quale torna in ciclo:
Residua una soluzione di cloruro di calcio, prodotto che trova limitata applicazione e che in buona parte costituisce un capomorto. Gli impianti Solvay sono affiancati da forni per la produzione di calce dal calcare; l'anidride carbonica che contemporaneamente si ottiene viene captata e utilizzata, insieme a quella prodotta dai forni di decomposizione del bicarbonato, negli apparecchi per la produzione del bicarbonato stesso. La soda Solvay si presenta come una polvere bianca alquanto igroscopica e molto solubile in acqua. Essendo il carbonato di sodio il sale di una base fortissima quale l'idrossido di sodio con un acido debole quale l'acido carbonico, le sue soluzioni acquose presentano reazione nettamente alcalina a causa dell'idrolisi che in esse si verifica: a questa alcalinità è appunto legata l'azione detersiva della soda. La soda reagisce con gli acidi anche assai deboli, liberando l'acido carbonico che subito si decompone in acqua e anidride carbonica, la quale dà luogo a vivace effervescenza: di conseguenza, la soda viene usata in processi e lavorazioni disparate quando occorra neutralizzare degli acidi. Da oltre un secolo la soda è uno dei prodotti fondamentali della grande industria chimica e viene utilizzata in forti quantitativi da molte tecnologie, tra cui la produzione del vetro e del sapone, vari processi chimici galvanici e metallurgici e la tintura delle fibre tessili; essa è inoltre l'intermedio per la preparazione industriale di vari altri sali di sodio.