rilièvo (geomorfologia)
insieme delle alture di una data regione. Una completa analisi del rilievo da un punto di vista morfologico consiste, in pratica, in una descrizione e interpretazione del rilievo stesso, con impliciti accenni alla sua possibile evoluzione. Detta analisi ha un aspetto qualitativo e uno quantitativo. La descrizione delle caratteristiche del rilievo viene anzitutto eseguita sulla base di osservazioni dirette di campagna. Tali osservazioni vengono, a loro volta, costantemente raffrontate, per un'organica visione d'assieme, con quanto raffigurato sulla carta topografica in genere a scala 1:25.000 oppure 1:50.000. L'analisi del rilievo può essere perfezionata con l'uso delle fotografie aeree a effetto stereoscopico. Osservazioni di campagna, carte topografiche e fotografie aeree permettono quindi di esaminare in ogni particolare la forma dei rilievi e di evidenziarne gli aspetti morfologici più significativi, che possono essere sottolineati anche con specifiche raffigurazioni grafiche (profili diversamente orientati, ecc.) o con parametri numerici (altitudine media, pendenze medie, frequenze di pendenza, ecc.). L'impiego dei parametri numerici, in particolare, permette di quantificare tali aspetti, agevolando soprattutto i confronti fra forme similari. Quando si vuole tuttavia interpretare anche l'origine dei rilievi e offrire indicazioni sulla loro possibile evoluzione, diventa allora indispensabile lo studio geomorfologico dei rilievi stessi, ossia l'esame della natura delle rocce nelle quali essi sono modellati (studio litologico), dei rapporti geometrici fra formazioni rocciose o pacchi di strati di natura diversa (studio stratigrafico), delle condizioni di giacitura degli strati e della presenza di fratture, faglie, superfici di scorrimento, ecc. (studio strutturale). Diventa, in questo caso, di estrema utilità la consultazione di una carta geologica della zona in esame, la più particolareggiata possibile. Un'analisi completa dei rilievi comprende, infine, lo studio delle formazioni superficiali di copertura, generalmente lasciate in secondo ordine dalla geologia, presenti lungo le superfici dei rilievi stessi (suoli e coltri detritiche). Ciò anche in relazione alle possibili valutazioni sullo stato evolutivo raggiunto: tali valutazioni vengono infatti basate, oltre che su considerazioni morfometriche generali, anche sulla natura e sullo spessore di dette coltri, sul loro stato di aggregazione, sulla loro resistenza all'azione delle acque dilavanti, sullo sviluppo della copertura vegetale, ecc. A seconda delle forme, delle origini e del ruolo che giocano all'interno del paesaggio, si possono distinguere vari tipi di rilievo: rilievomonoclinale, caratterizzato da una forma asimmetrica dovuta alla presenza di un fianco assai ripido e dell'altro a debole pendenza; rilievo policiclico, modellato durante più cicli erosivi; rilievopoligenico, il cui modellamento è dovuto a processi erosivi che mutano bruscamente (per esempio, a causa di un cambiamento del livello di base o a brusche variazioni climatiche); rilievoresiduale, relitto di un antico rilievo che sovrasta un'area pianeggiante; in genere i rilievi residuali sono stati preservati dall'erosione a causa di qualche caratteristica che li differenziava dai rilievi circostanti, per esempio grazie a una litologia più resistente, oppure alla posizione di spartiacque, ecc.; rilievodispluviale, che costituisce lo spartiacque tra due bacini idrografici adiacenti. Un rilievo si dice ringiovanito, quando a un certo stadio della sua degradazione intervengono fattori tettonici che lo sollevano, causando una ripresa dei fenomeni erosivi.