primavera araba

Termine giornalistico con cui si definiscono una serie di proteste che tra il 2010 e il 2011 portarono alla caduta di alcuni regimi autoritari in Nordafrica e nel Medio Oriente. I primi disordini si registrarono in Tunisia, dove tra il dicembre 2010 e il gennaio successivo le manifestazioni (passate alla storia come Rivoluzione dei Gelsomini) costrinsero il regime assolutista di Ben Ali, alla guida del Paese dal 1987, a lasciare il potere. In Egitto, nel febbraio 2011 fu il presidente Hosni Mubarak a doversi dimettere dopo trent’anni di governo, sull’onda di proteste e di sanguinosi scontri di piazza. Negli stessi giorni in Libia una insurrezione minava la stabilità del regime del colonnello Muammar Gheddafi, al potere dal 1969; a marzo, l’intervento aereo e missilistico della NATO a favore degli insorti provocava il crollo del regime; Gheddafi, in fuga, veniva catturato e ucciso (20 ottobre 2011).
Nel mese di marzo 2011 dimostrazioni e rivolte scoppiarono anche in Siria contro il governo di Bashar al-Assad; le iniziali richieste di riforme democratiche, violentemente represse dal regime, degenerarono in una guerra civile a cui presero parte anche formazioni integraliste musulmane (Isis) interessate alla creazione di uno stato islamico (califfato) esteso al nord dell’Iraq.
Tra gennaio e febbraio 2011 si registrarono proteste anche in Marocco e in Giordania: re Muḥammad VI del Marocco fu costretto a concedere una riforma in senso democratico della costituzione, mentre nel regno giordano le manifestazioni si spensero senza sostanziali cambiamenti.
A fronte di questi esiti non si è ancora avuta una stabilizzazione democratica di tutti i Paesi coinvolti. In Egitto, Mohammed Morsi, leader dei Fratelli musulmani e vincitore delle prime elezioni dopo l’uscita di scena di Mubarak, è stato destituito nel luglio 2013 da un colpo di stato del generale Abdel Fattah al-Sisi. In Libia, la guerra civile ha spaccato in due il Paese: il governo di Fayez al-Sarraj, sostenuto dall’ONU, controlla la Tripolitania, mentre in Cirenaica sono presenti le milizie del generale Khalifa Belqasim Haftar. In Siria, l’intervento di una coalizione multinazionale ha portato alla sconfitta dell’Isis nel 2019, ma non ha posto fine alla guerra civile, ulteriormente rinfocolata dagli interventi di Russia e Turchia.

 

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