porfirite
sf. [sec. XIX; da porfiro+ -ite]. Roccia effusiva a struttura porfirica costituita da fenocristalli di feldspato tra i quali prevalgono i plagioclasi alcalicalcici, spesso nettamente zonati, inseriti in una pasta di fondo micro- o criptocristallina; presenti in quantità variabile sono i minerali femici (biotite, orneblenda, augite, epidoti). Come i porfidi, si distinguono in due famiglie: porfiriti quarzifere, chimicamente e mineralogicamente corrispondenti alle dioriti, e porfiriti non quarzifere, che rappresentano la facies effusiva delle dioriti non quarzifere. Le porfiriti sono molto alterate sia nei grossi plagioclasi sia nei componenti di fondo che assumono un colore verde o rossastro mentre in origine la pasta è grigiastra; la loro giacitura può essere sia effusiva sia filoniana. Sono considerate preterziarie, mentre le rocce analoghe ma più recenti sono chiamate daciti e andesiti. Le porfiriti sono usate fin dall'antichità (con il nome di porfidi) in edilizia e in architettura. Tra le più note rientrano il “porfido verde antico” o “porfido serpentino”, proveniente dal Peloponneso, che è una porfirite con grossi fenocristalli di labradorite alterati in un epidoto verdastro, immersi in una pasta di fondo verde scuro; il “porfido rosso antico”, proveniente dall'Egitto, che è un'altra porfirite labradoritica i cui costituenti sono in gran parte trasformati in un epidoto di colore rosso; il “porfido blu dell'Esterel”, proveniente dalla Francia. Porfiriti quarzifere si trovano in Italia nella Conca del Recoaro e porfiriti dioritiche (filoniane) sono presenti presso Biella (Piemonte), in Sardegna, a Caprera, ecc.; porfiriti non quarzifere si trovano nel Bellunese e nell'Alto Vicentino insieme a melafiri e a rocce diabasiche.