pittura polimaterica
Tecnica di pittura che prevede assoluta libertà nell’utilizzo dei suoi materiali, in parte o in tutto estranei alle tecniche pittoriche tradizionali. L'uso di combinare insieme i materiali fu ampiamente sviluppato nell'arte di ogni tempo, soprattutto nella scultura, allo scopo di evidenziare la resa veristica dell'immagine. Tuttavia il termine “polimaterico” legato all’arte è entrato nell'uso moderno intorno al 1910, con le esperienze cubiste dei collages di Picasso e dei papiers collés di Braque, affermandosi poi col futurismo (Prampolini) e con l'arte dei dadaisti (Arp, Duchamp, Picabia, Schwitters) e dei surrealisti, vincolati all'esigenza di sperimentazione delle nuove materie create dall'industria. Secondo Enrico Prampolini, in realtà, «L’arte polimaterica non è una tecnica ma – come la pittura e la scultura – un mezzo di espressione artistica…» (Arte Polimaterica, 1944). La pittura polimaterica consente così di superare il tradizionale approccio bidimensionale della rappresentazione figurativa, introducendo effetti tridimensionali e tattili capaci di sostituire la realtà dipinta con la realtà della materia. I materiali utilizzati e combinati assieme sono i più vari e contemplano smalti, cemento, vetro, legno, pietre, cartone o oggetti di uso comune.