cromatismo
Indicesm. [da cromatico].
1) Colorazione, spesso eccessiva. In particolare: A) in pittura, tendenza a dare funzione preminente al colore, ricerca e accentuazione degli effetti coloristici. B) In letteratura, accentuata vivacità d'espressione e di stile, ricerca del colore in una narrazione. C) In ottica, sinonimo di aberrazione cromatica. Più genericamente indica fenomeni di colorazione della luce bianca, dovuti a dispersione, interferenza, diffrazione. Negli strumenti ottici atti a dare un'immagine virtuale (oculari, cannocchiali, microscopi) si ha talvolta un cromatismo apparente, consistente nel fatto che le varie immagini colorate, anche se distinte, poiché appaiono sotto lo stesso angolo visuale, risultano sovrapposte.
2) In musica, frequente uso di suoni estranei alla scala diatonica. L'intervallo cromatico (cioè di semitono) può essere ottenuto mediante alterazioni: l'alterazione di tutti i gradi della scala diatonica produce la scala cromatica (di soli semitoni). § L'insistente uso del cromatismo nel corso del sec. XIX, e in particolare in Wagner, pone le premesse per uno scardinamento del sistema tonale, conducendo al superamento delle strutture gerarchiche in esso implicite e a una parità tra i dodici suoni della scala cromatica (parità postulata dalla dodecafonia). Il sec. XIX è il momento del massimo sviluppo del cromatismo in senso melodico e armonico, ma di esso si parla già nella seconda metà del sec. XVI, nei madrigali di Willaert, di C. de Rore o Gesualdo e nel periodo barocco. Il suo impiego tra la fine del sec. XVI e l'inizio del XVII si presenta particolarmente ricco e libero, non essendo ancora legato a un ben definito contesto tonale. Con il precisarsi della tonalità, si assiste a un periodo di forte diminuzione dell'uso del cromatismo, sino alla sua rivalutazione romantica.