organometàllico

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agg. (pl. m. -ci) [sec. XX; da organ(ic)o+metallico]. Composto organometallico, composto chimico nel quale un atomo a carattere più o meno nettamente metallico è direttamente legato a uno o più atomi di carbonio appartenenti a radicali alchilici o arilici, come per esempio il piombotetraetile, Pb(C₂H5)4, e il litiofenile, C6H5Li. Secondo la nomenclatura ufficiale però i composti organometallici, o metallorganici, vanno indicati col nome del radicale organico seguito da quello del metallo: in tal senso i composti prima citati devono indicarsi come tetraetilpiombo e fenillitio. Il legame tra l'atomo del metallo e i radicali organici, pur presentando una polarizzazione più o meno considerevole secondo la natura del metallo e quella del radicale, è di tipo covalente; i composti organometallici presentano quindi proprietà fisiche e chimiche nettamente diverse da quelle dei composti salini dello stesso metallo. Così, mentre per esempio i sali dello zinco sono solidi a punto di fusione elevato, solubili in acqua e insolubili nei solventi organici apolari, come i sali in genere, gli zincodialchili, come per esempio lo zincodimetile, Zn(CH₃)₂, sono liquidi abbastanza facilmente volatili, solubili nei solventi organici e che reagiscono violentemente con l'acqua. Oltre ai composti organometallici del tipo ora considerato, nei quali tutte le valenze dell'atomo metallico sono impegnate da altrettanti radicali organici, ne esistono altri, come gli importantissimi sali di alchilmagnesio o di arilmagnesio, detti anche reattivi di Grignard, nei quali l'atomo di alogeno è unito a quello di magnesio da un legame di tipo ionico; in altri composti organometallici l'atomo metallico satura una o più delle sue valenze con atomi di idrogeno a esso uniti con legami di tipo covalente, come per esempio nel dietilidruroalluminio, (C₂H5)₂AlH. Molti composti organometallici sono polimeri come per esempio il sodiometile, (CH₃Na); essi tendono inoltre a formare prodotti di associazione con composti diversi come gli eteri, le ammine terziarie, ecc.; così il litobutile può associarsi con l'etere dietilico o con la trimetilammine:

È da notare che nei composti organometallici si trova talvolta una stabilità delle varie valenze del metallo diversa da quella che si ha nei composti a carattere salino: così, mentre i sali di piombo (II) sono molto più stabili di quelli di piombo (IV), tra i composti organometallici del piombo sono stabili quelli del piombo (IV) mentre quelli del piombo (II) sono spesso del tutto instabili. I metodi utilizzati per la preparazione dei diversi composti organometallici sono relativamente numerosi: particolarmente importanti sono quelli che si basano sulla reazione tra gli alogenoderivati e il corrispondente metallo puro, cui si ricorre per esempio per la preparazione dei sodioalchili e dei composti di Grignard o anche sulla reazione tra gli alogenoderivati e un amalgama o una lega del metallo, cui si ricorre per preparare il piombotetraetile, che si produce industrialmente per reazione tra il cloruro di etile e la lega piombo-sodio:

I composti organometallici sono in genere sostanze fortemente reattive: così molti tra quelli dello zinco e dell'alluminio reagiscono tanto violentemente con l'ossigeno atmosferico da infiammarsi spontaneamente all'aria, motivo per cui il loro maneggio richiede particolari cautele; quasi tutti reagiscono con l'acqua o con gli acidi liberando i radicali organici uniti al metallo sotto forma del corrispondente idrocarburo. I composti organometallici di alcune serie, in particolare quelli del piombo e del mercurio, sono fortemente tossici sia per inalazione dei loro vapori sia anche per semplice contatto perché, a causa della loro solubilità nei grassi, vengono facilmente assorbiti attraverso la cute. I composti organometallici hanno grande e svariata importanza: quelli di alcune serie e in particolare i composti di Grignard sono intermedi di largo impiego nella sintesi di numerosi composti organici come alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, ecc.; altri, e in particolare quelli di alluminio, sono utilizzati come catalizzatori nella polimerizzazione industriale delle olefine, che essi provocano anche a temperatura e pressione ambiente; il piombotetraetile, a oltre cinquanta anni dalla scoperta delle sue proprietà di additivo antidetonante per le benzine e malgrado la sua elevata tossicità, è ancor oggi il prodotto più usato per questo scopo.

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