Zoologia

sm. [sec. XIV; latino tardo nibŭlus, variante del classico milvus]. Nome delle due specie di Uccelli AccipitriformiAccipitridi del genere Milvus. Il nibbio reale (Milvus milvus), lungo fino a 70 cm e con 165 cm di apertura alare, ha coda lunga e forcuta; ali molto strette e angolate; piumaggio bruno fulvo, con contorno delle piume più pallido superiormente, rossiccio con strisce scure inferiormente; testa biancastra, striata. Si rinviene in Europa, parte dell'Africa settentrionale e dell'Asia. In Italia è stanziale e nidificante, ma piuttosto raro, ed è oggetto di programmi di protezione. Il nibbio bruno (Milvus migrans), di dimensioni minori (fino a 150 cm di apertura alare), si distingue per la coda assai meno forcuta e per il piumaggio più scuro e uniforme. A differenza del nibbio reale, è diffuso in quasi tutto il mondo (Americhe escluse) e compie lunghe migrazioni; in Italia è comunissimo come nidificante, ovunque vi siano alti alberi, pianure e presenza di acqua. Si chiama nibbio bianco l'accipitride Elanus coeruleus, lungo 30 cm e con apertura alare di 78 cm, dal piumaggio grigio biancastro, con spalle nere e coda bianca; vive nel vecchio continente. Il nibbio brahma (Haliastur indus) è una comunissima specie asiatica. Come i veri nibbi, è in grado di pescare, ma si nutre prevalentemente di rifiuti e carogne e visita le discariche. Può anche catturare insetti in volo.

Etologia: il nibbio reale

Il nibbio reale è un volatore eccellente, capace di sfruttare il vento più leggero e di planare per periodi considerevoli battendo le ali solo occasionalmente. In questo è anche favorito dalla lunga coda, che gli consente di posizionarsi continuamente in modo ottimale rispetto al vento. Durante la caccia vola a quote relativamente basse, ispezionando attentamente il terreno e talvolta, prima di compiere una picchiata, si ferma quasi immobile in volo, equilibrandosi con le ali e la coda. I suoi terreni di caccia preferiti sono in genere le radure dei boschi, in cui riesce a sorprendere animali piuttosto piccoli, come roditori e uccelletti e, talvolta, colubri, lucertole, anfibi e insetti. In genere caccia sul terreno, ma occasionalmente compie catture di uccelli e di insetti in volo. Quando il cibo scarseggia non disdegna i cadaveri abbandonati. In diverse parti dell'areale i nibbi reali migrano; le popolazioni che nidificano nel Centro e nel Nord dell'Eurasia si portano in inverno a meridione fino all'Africa e all'India settentrionali. Nelle aree di nidificazione i nibbi reali sono apparentemente territoriali ma scarsamente aggressivi e i nidi, che normalmente vengono distanziati di 1000-1500 m uno dall'altro, se le prede sono molto abbondanti, possono essere raggruppati nei luoghi più favorevoli a formare una sorta di colonia nella quale talvolta convivono anche coppie di nibbio bruno. Il nibbio reale non costruisce un nido proprio, ma adotta un vecchio nido di altri uccelli (poiane, Corvidi), posto ad alcuni metri di altezza, che modifica e riadatta con aggiunta di materiale. Pare che i nibbi reali mantengano una certa fedeltà ai loro territori, sicché le medesime coppie si riformano anno dopo anno. I maschi, sia da posati che in volo, emettono un caratteristico richiamo, simile a un melodioso nitrito, che probabilmente richiama la femmina e fa parte del corteggiamento. Durante il corteggiamento, i partner compiono anche voli in coppia, planate e lunghe picchiate sull'albero scelto per nidificare; spesso i partner si sfiorano in volo. Durante la prima metà di marzo, nell'area mediterranea, o di aprile, nell'Europa centrale, la femmina depone 3 o 4 uova, a intervalli di qualche giorno uno dall'altro e incomincia subito la cova, sostituita dal maschio nei periodi di assenza. La schiusa avviene asincronamente dopo un mese o poco meno di incubazione, ma sebbene questo porti a nidiate con piccoli di dimensioni assai diverse, i pulcini più grandi non assalgono mai i più piccoli, al contrario che in altri rapaci, e la mortalità dei nidiacei sembra dovuta esclusivamente all'eccessiva debolezza dei più piccoli, che possono morire di inedia se il cibo è scarso. All'età di circa 30 giorni i piccoli sono quasi completamente impiumati e intorno al quarantacinquesimo giorno sono in grado di sollevarsi in volo. I genitori li assisteranno ancora per circa un mese, ambedue cacciando ma in genere solo la madre distribuendo loro il cibo. In seguito, fino al periodo della migrazione, trascorreranno un periodo di erratismo soli o insieme agli adulti.

Etologia: il nibbio bruno

Migrazioni di portata assai più ampia che il nibbio reale compie il nibbio bruno, le cui popolazioni centroeuropee attraverso Gibilterra, la Sicilia e il Bosforo si portano fino all'Africa a sud del Sahara. Volatore e cacciatore altrettanto abile del nibbio reale, il nibbio bruno ha un'alimentazione anche più svariata di quello e include nella dieta ogni sorta di piccoli animali, con una quantità di insetti e rettili relativamente importante. Anche i pesci possono essere ghermiti, specie nelle acque assai basse e prossime al prosciugamento. Alcuni nibbi bruni possono specializzarsi a predare i nidi di altri uccelli, ma in genere non in prossimità del proprio nido. Il nibbio bruno è anche necrofago e in alcuni Paesi africani e orientali svolge un ruolo importante di spazzino. Spesso mostra la tendenza ad attaccare altri nibbi per sottrarre loro la preda e talvolta aggredisce uccelli anche più grandi di lui, come gli aironi, che pure costringe ad abbandonare la preda (cleptobiosi). Il ritorno del nibbio bruno ai luoghi di nidificazione è più tardivo che nel nibbio reale e nell'area mediterranea ha luogo fra marzo e aprile. Concordemente, tutto il periodo riproduttivo è ritardato di 30 o 40 giorni. All'arrivo, tuttavia, molte coppie sembrano già formate. Il nibbio bruno continua le parate nuziali per qualche tempo presso il nido, anch'esso con spettacolari picchiate da grande altezza e con vocalizzazioni simili a quelle della specie congenere. Spesso il nibbio bruno utilizza vecchi nidi abbandonati, ai quali apporta nuovo materiale, ma non è raro che un nido venga interamente costruito dalla coppia. Talvolta i nibbi bruni si aggregano per la nidificazione e pongono i nidi a pochi metri di distanza gli uni dagli altri. Sebbene il nibbio bruno sia più legato ai terreni umidi o che contengono corsi d'acqua, in alcune aree, nibbi bruni e nibbi reali possono nidificare insieme. Le interazioni aggressive fra le coppie sia conspecifiche sia eterospecifiche, in questi casi, sono frequenti, ma di scarsa intensità. Il nido del nibbio bruno consta di una grossolana piattaforma di rametti intrecciati, da 40 a 80 cm di diametro, foderata con materiali svariati, inclusi rifiuti di discarica. L'intervallo di deposizione delle uova e la durata dell'incubazione sono simili a quelli del nibbio reale ma, al contrario che in questo, quando la femmina è assente, il maschio del nibbio bruno non sostituisce mai la femmina sul nido, limitandosi a fare la guardia alle uova, posato su un ramo vicino. Lo sviluppo dei nidiacei si svolge in un tempo di durata paragonabile a quella della specie congenere.

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