mercato
IndiceLessico
sm. [sec. XIII; latino mercātus, da merx mercis, merce].
1) Luogo dove produttori, grossisti e rivenditori convengono per vendere o comprare; anche il loro riunirsi, l'incontro per contrattare: mercato del pesce, dei bovini, dei fiori; qui si tiene mercato il primo di ogni mese. In particolare, luogo aperto, edificio o complesso di edifici destinato alla vendita al pubblico di merci di vario genere: mercato rionale, mercato coperto; la piazza del mercato. Fig., luogo di gran confusione; gran baccano: l'ufficio è diventato un mercato; non fate mercato!
2) Il complesso degli operatori, delle strutture, dei servizi mediante i quali si realizza l'incontro della domanda e dell'offerta di un determinato genere di beni: mercato finanziario, immobiliare; mercato agricolo; mercato nero, lo scambio illecito, a prezzi maggiorati, di merci sottoposte a restrizioni di legge.
3) L'insieme delle domande e delle offerte riguardanti un dato bene o un gruppo di beni. Oggetto della contrattazione possono essere merci o fattori di produzione: mercato delle merci, del lavoro, dei capitali; mercato interno, mercato estero; mercato all'ingrosso, al minuto; gettare sul mercato, mettere in vendita in grande quantità; economia di mercato, sistema di produzione e distribuzione del reddito, basato sul principio di specializzazione del lavoro e sul diritto di proprietà, in cui lo scambio assume importanza essenziale. Per estensione, l'andamento delle contrattazioni: mercato fiacco;mercato sostenuto, quando i prezzi si mantengono alti; prezzo di mercato, il prezzo corrente di una merce; a buon mercato, a buon prezzo; fig., senza grande fatica, senza danno: conquistarsi lodi a buon mercato; cavarsela a buon mercato. Nell'ambito della politica aziendale assumono rilievo le cosiddette ricerche di mercato, cioè il complesso delle tecniche di rilevazione ed elaborazione dei dati relativi al mercato di un dato bene o gruppo di beni al fine di potenziarne le vendite e massimizzare i profitti (vedi marketing).
4) Fig., spregiativo, traffico illecito di valori personali e morali; mercimonio: far mercato della giustizia; far mercato del proprio corpo, prostituirsi.
Cenni storici
Il mercato ha rappresentato una parte importante nella formazione della città: si è spesso identificata nella funzione commerciale la causa prima dell'agglomerazione urbana, e la sua crescita come processo di differenziazione graduale di un'economia basata inizialmente sull'attività di scambio. In Grecia il mercato si svolgeva nell'agorà (in età ellenistica in particolari agorà commerciali, come a Delo, Mileto, Pergamo), a Roma nel foro. Quando le primitive botteghe del foro romano furono sostituite da edifici pubblici, nacquero in determinate zone mercati particolari per i diversi generi (forum boarium per le carni bovine, holitorium per le verdure, suarium per i suini, piscatorium per il pesce, pistorum per il pane, vinarium per il vino, cuppedinis per i generi prelibati). Sorse poi l'esigenza di un grande mercato creato appositamente per accentrare la vendita dei più diffusi generi di consumo. Già nel 179 a. C. è attestato un edificio apposito a NE del foro, chiamato macellum e costituito da un'area circondata da portici in cui si aprivano le botteghe (tabernae) e da una costruzione centrale circolare o poligonale (tholus macelli). L'edificio fu poi sostituito dal macellum Liviae fatto costruire da Augusto sull'Esquilino, identificato sotto la basilica di S. Maria Maggiore, mentre Nerone fece erigere sul Celio il macellum magnum. Il tipo di costruzione si diffuse ampiamente in tutto il mondo romano. Ben conservati sono il macellum di Pompei e quello di Pozzuoli (creduto erroneamente il tempio di Serapide) e, in Africa, quelli di Timgad, Cuicul, Leptis Magna. I grandiosi Mercati Traianei di Roma erano probabilmente grandi magazzini statali per la distribuzione di donativi (congiaria) al popolo. Nel Medioevo il mercato fu situato dapprima in terreni imperiali o arcivescovili, detti broli, accanto ai quali sorsero edifici destinati al commercio, chiamati broletti; successivamente, col consolidarsi della classe mercantile, si costruirono piazze di mercato in aree di proprietà del comune, luoghi centrali di incontro, spesso funzionalmente specializzati (piazza delle erbe, del pesce, ecc., nelle città del Veneto). Nel Rinascimento si diffusero i mercati coperti (Genova, Firenze, Haarlem) e le logge dei mercanti (Padova, Bologna). Dal sec. XIX il mercato, sempre coperto, perdette definitivamente il carattere di centro di vita cittadina, conservando una specifica definizione funzionale (Halles Centrales di Parigi), mentre in corrispondenza al mercato centrale si costruivano mercati rionali o mercati specializzati per genere. Oggi i supermercati o ipermercati, enormi centri di vendita al minuto, dotati di depositi e grandi aree di parcheggio, possono essere direttamente legati ai nuclei residenziali o si preferisce collocarli in zone esterne alla città, dotandoli di servizi (custodia bambini, ecc.) tali da favorire ogni tipo di clientela.
Diritto
La competenza a disciplinare le “fiere e mercati” è stata attribuita dalla vigente Costituzione alla potestà legislativa primaria delle regioni. La nuova legislazione regionale deve però tenere conto di taluni principi fondamentali contenuti nelle leggi dello Stato, cioè che i comuni possano assumere la costruzione e l'esercizio di mercati pubblici anche con diritto di esclusiva e soggetti al regime del demanio pubblico se appartenenti al comune. Le varie forme concernenti la disciplina dei mercati all'ingrosso dei prodotti ortofrutticoli sono contenute nel decreto ministeriale 10 aprile 1970. § In diritto penale, il mercato dei voti si configura come offerta di danaro e di altri beni in cambio della promessa di ottenere il voto elettorale o l'astensione. Il reato comporta la pena della detenzione da sei mesi a tre anni e la multa per entrambe le parti; nel fallimento il mercato di voto è il reato del creditore che accetta benefici economici in cambio del suo voto a vantaggio del debitore o di altri nel concordato e nelle delibere dei creditori. La pena è uguale a quella per il reato precedente. § In diritto comunitario, mercato comune, spazio comune a più Stati ove vengono applicate le regole dell'economia di mercato. Il concetto di mercato comune non appartiene alla sfera dell'economia classica. L'idea della libertà degli scambi fra vari Stati costituenti una zona che li comprende può essere fatta risalire ai lavori preparatori della Costituzione degli Stati Uniti d'America (1787). La definizione economica, necessariamente indefinita, è stata impiegata e specificata per la prima volta in un testo giuridico nel Trattato CECA del 1953 e poi nei trattati CEE e CEEA del 1957. Nel quadro del diritto delle Comunità Europee pertanto il concetto di mercato comune corrisponde a un complesso sistema giuridico i cui connotati essenziali sono: l'abolizione fra gli Stati membri dei dazi doganali, delle restrizioni quantitative all'entrata e all'uscita delle merci e di tutte le altre misure che abbiano un effetto equivalente; l'eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali (cosiddette “4 libertà”); l'istituzione di una tariffa doganale comune e di una politica commerciale comune verso gli Stati terzi; l'instaurazione di una politica comune nel settore dell'agricoltura e dei trasporti; la creazione di un regime inteso a garantire che la concorrenza non sia falsata da aiuti statali alle imprese e da pratiche restrittive. La comune constatazione politica dei 12 Stati membri della Comunità Europea secondo cui gli obiettivi del Trattato CEE (e in particolare quelli relativi alle “4 libertà”) non erano stati raggiunti pienamente allo stato della situazione politico-economica del 1986, ha spinto gli stessi Stati verso la stipulazione del Trattato dell'Atto unico europeo che ha stabilito il passaggio nel gennaio 1993 dalla tappa del mercato comune a quella del mercato interno.
Diritto comunitario: mercato interno
Con il Trattato firmato a Lussemburgo-L'Aia il 17-28 febbraio 1986 ed entrato in vigore il 1º luglio 1987 (Atto unico europeo), la Comunità Europea passa da un mercato comune coordinato a un mercato interno integrato. Nell'art. 8A del Trattato CEE introdotto dall'Atto unico si esprime la ferma volontà politica degli Stati della Comunità Europea di adottare, anteriormente al 1º gennaio 1993, le decisioni necessarie per la realizzazione del mercato interno così come definito dal secondo comma dell'art. 8A. In base a questo, il mercato interno comporta uno spazio senza frontiere interne nel quale è assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali secondo le disposizioni del Trattato CEE così come integrato dall'Atto unico. Si tratta dei medesimi obiettivi contemplati dal Trattato CEE ma è sotto il profilo dei mezzi giuridici che vengono introdotte delle nuove attribuzioni alla Comunità. Oltre all'eliminazione delle barriere (fisiche, fiscali, tecniche) che ostacolano gli scambi, si punta all'efficienza e competitività dell'industria europea. A partire dal 1º gennaio 1993 sono state soppresse le barriere fisiche doganali negli scambi intracomunitari ed è stato introdotto il principio che qualsiasi prodotto sul mercato comunitario ha lo “statuto” comunitario, sopprimendo così ogni controllo sull'origine negli scambi intracomunitari. Nel settore veterinario e fitosanitario sono state adottate misure che prevedono la concentrazione dei controlli nel luogo di produzione mentre in precedenza erano state adottate le decisioni per eliminare progressivamente i controlli alle frontiere e nel luogo di destinazione. Per quanto riguarda la soppressione dei controlli delle persone, a partire dal 1993 sono stati stabiliti dei controlli uniformi alle frontiere esterne della Comunità; per quanto riguarda i controlli interni fra Stati della CEE permangono delle difficoltà a seguito della mancata ratifica di un trattato da parte di alcuni Stati membri. Allo scopo di eliminare gli ostacoli fiscali la Comunità ha istituito con effetto a partire dal 1º gennaio 1993 un sistema di riscossione dell'IVA e delle accise compatibile con la soppressione dei controlli alle frontiere. Ai fini della realizzazione dell'obiettivo dell'abolizione delle frontiere tecniche, all'approccio dell'armonizzazione normativa (impraticabile su larga scala) viene affiancato quello del mutuo riconoscimento delle legislazioni nazionali e quello del cosiddetto “nuovo approccio”: per cui si distinguono le materie che è necessario armonizzare e quelle che possono essere delegate al mutuo riconoscimento. All'armonizzazione delle leggi nazionali viene deferita la fissazione dei requisiti essenziali nel campo della sanità e della sicurezza dei prodotti con la conseguenza che i prodotti rispettosi dei requisiti essenziali possono circolare nell'area comunitaria. Nel campo dei servizi finanziari, l'obiettivo del mercato interno è stato raggiunto con la liberalizzazione dei movimenti di capitali, l'apertura dei mercati mobiliari e la libera prestazione dei servizi bancari e assicurativi. Le condizioni nelle quali viene creato il mercato interno presuppongono che, insieme al perfezionamento di tale mercato, progrediscano anche altri fattori. In effetti la realizzazione del mercato interno deve andare di pari passo con il rafforzamento della coesione economica, con una capacità monetaria orientata verso l'obiettivo dell'unione economica e monetaria, con il rafforzamento delle basi scientifiche e tecnologiche dell'industria oltre che con azioni in materia di ambiente e con misure di armonizzazione delle politiche sociali degli Stati membri. L'indirizzo in questi termini tracciato dall'Atto unico del 1987 è stato seguito e approfondito dai trattati firmati a Maastricht il 7 febbraio 1992, relativi all'Unione economico-monetaria e all'Unione politica. Il 1o gennaio 1994 è poi entrato in vigore l'accordo per la creazione di uno Spazio Economico Europeo, cioè di un mercato integrato esteso a tutti i Paesi aderenti, che era stato stipulato a Lussemburgo il 22 ottobre 1991 tra gli Stati membri della Comunità Europea e i Paesi aderenti all'EFTA (la Svizzera non ha poi ratificato il trattato); questi ultimi si sono impegnati in quella sede a recepire in blocco nei propri ordinamenti ca. 1500 disposizioni comunitarie relative alle citate “4 libertà” che costituiscono il fondamento del mercato interno.
Economia
Il mercato in senso geografico ed economico trova la sua origine e la sua giustificazione nel fenomeno dello scambio e lo sviluppo della sua organizzazione è parallelo a quello del commercio. Nella letteratura economica si distinguono i mercati perfetti, cioè quelli caratterizzati dalla concorrenza perfetta, da quelli imperfetti nelle diverse forme di concorrenza monopolistica, monopolio, oligopolio, ecc. I primi, benché teorizzati fino ai primi decenni del sec. XX come forma tipica di mercato, sono difficilmente riscontrabili in un sistema economico reale. In effetti, la situazione di competitività in cui vengono a trovarsi i vari protagonisti del mercato può determinare il prevalere di uno o l'altro di essi nella ricerca del massimo vantaggio. In un sistema capitalistico è in ogni caso affidato al mercato (mercato libero nel senso che le forze di offerta e domanda sono libere di operarvi) e al sistema dei prezzi il compito di coordinare le decisioni di produttori e consumatori nonché quindi di presiedere all'ottima allocazione delle risorse, cioè alla massima efficienza del loro impiego. Si usa distinguere, inoltre, il mercato monetario (o dei crediti) in cui oggetto di contrattazione sono i prestiti in moneta a breve scadenza, da quello finanziario (o dei capitali) in cui i fondi offerti e domandati sono a lungo termine (azioni e obbligazioni, negoziati propriamente nel cosiddetto mercato mobiliare, mutui a media e a lunga scadenza, ecc.). Operazioni di, o sul, mercato aperto sono, nell'ambito della politica di controllo della circolazione monetaria e del credito, le compravendite di titoli di Stato effettuate dalla Banca centrale (in pratica, una riduzione della quantità di moneta in circolazione con la vendita; un aumento con l'acquisto). In finanza, si distinguono inoltre il mercato ristretto, detto anche borsino, complemetare a quello ufficiale di borsa e che ha un regime anomalo, il mercato primario, nel quale si svolgono le operazioni di sottoscrizione e collocamento dei titoli di nuova emissione, oggetto di OPS (Offerta Pubblica di Sottoscrizione), il mercato secondario, nel quale si svolgono le negoziazioni dei titoli già in circolazione, mercato telematico dei titoli di Stato (MTS), circuito telematico per la contrattazione sul mercato secondario di titoli di Stato, mercato telematico delle opzioni (MTO) sul quale vengono negoziate opzioni su futures su titoli di Stato, mercato telematico dei futures (MIF), mercato italiano in cui sono negoziati i future, mercato interbancario dei depositi (MID) per la negoziazione di depositi interbancari attraverso il circuito telematico.
Arte
La struttura moderna del mercato dell'arte nasce nell'Ottocento, in Francia, come sistema alternativo ai Saloons ufficiali (organizzati a Parigi dal 1833, con cadenza annuale), in conflitto con l'egemonia della committenza aristocratica ed ecclesiatica. Questo nuovo mercato, di origine borghese, è fondato sulla libera iniziativa privata e ha il suo fulcro nel circuito delle gallerie private che permettono la diffusione e distribuzione delle opere d'arte. I suoi principi cardine, rimasti inalterati fino a oggi, si basano sulla promozione dell'attività di artisti o gruppi artistici mediante l'allestimento di mostre individuali e collettive, l'estensione della rete commerciale all'estero attraverso accordi con altre gallerie, la stesura di un contratto in cui l'artista concede al gallerista la sua produzione in cambio di una rendita concordata e la fondazione di riviste specializzate mirate alla diffusione commerciale. Nel corso del Novecento il mercato dell'arte ha avuto un notevole incremento connesso all'evoluzione dell'economia capitalista. Protagonisti di questo mercato, articolato in mercato internazionale, mercato nazionale emercato locale,sono gli artisti, i galleristi e mercanti, i critici d'arte e i collezionisti. Una tra le figure da ricordare nell'ambito dell'arte contemporanea è il mercante americano Leo Castelli, che fautore della pop art e della minimal art, ha creato, partendo dalla sua galleria di New York, una rete commerciale in America e in Europa. Per quanto riguarda il mercato internazionale, i luoghi principali di vendita sono le case d'asta, tra cui sono da ricordare Sotheby's, Christie's, Hotel Druot a Parigi e la Finartein Italia. Attraverso il gioco di domanda e offerta queste stabiliscono le quotazioni degli artisti segnando così l'andamento del mercato che riflette così le strategie mercantili e speculative di galleristi e collezionisti.