logaèdico
agg. (pl. m. -ci) [sec. XIX; dal greco logaoidikós, da lógos, discorso+ aoide, canto]. Denominazione data già dagli antichi grammatici e metricisti ai versi della poesia classica composti di dattili (`◡◡) e trochei (`◡), in quanto il dattilo veniva considerato il piede per eccellenza del canto epico (greco aoide) e il trocheo il piede più vicino al discorso prosastico (greco lógos); tale definizione è stata poi estesa per analogia anche a versi formati da anapesti (◡◡`) e giambi (◡`). Sono semplici i versi logaedici che contengono un solo dattilo (aristofaneo, ferecrateo, gliconeo, falecio, endecasillabo saffico, endecasillabo alcaico), composti quelli che contengono più dattili (asclepiadeo minore e maggiore, decasillabo alcaico, saffico maggiore).