interpretazióne (lessico)
Indicesf. [sec. XIV; dal latino interpretatío-ōnis].
1) Atto e modo dell'interpretare: interpretazione di un manoscritto; in particolare, interpretazione delle leggi, il modo più corretto per intenderle e per applicarle. In economia, interpretazione del bilancio (vedi analisi).
2) Per estensione, in matematica, ogni assegnazione di significato ai termini o alle formule di un dato linguaggio o sistema formale.
3) In linguistica, interpretazione di una lingua, il rendere intelligibile una lingua ignota scritta in un alfabeto noto; per questa operazione è spesso usato il termine impreciso e improprio di decifrazione. Così l'etrusco, lingua in gran parte ignota ma scritta in un alfabeto ben noto e leggibile, pone un problema non già di decifrazione, come comunemente si crede, ma semplicemente di linguistica. Con riferimento alla professione dell'interprete, il tradurre da una lingua all'altra.
4) Nel linguaggio giuridico, procedimento logico per accertare il significato di un atto: interpretazione della legge, interpretazione del contratto.
5) Sintomo psicotico che si riscontra nella maggior parte dei deliri, consistente nel dare significati arbitrari agli eventi. Si parla di delirio di interpretazione quando tale sintomo è l'unica componente del delirio.
6) In psicanalisi, esplicitazione del significato latente della condotta o dei discorsi del soggetto. L'interpretazione mette in luce sia i desideri inconsci sia i meccanismi di difesa che tengono tali desideri lontani dalla coscienza. Per esempio, mediante l'indagine analitica è possibile interpretare un sogno, passare cioè dal suo contenuto manifesto, quello che appare al soggetto, al contenuto latente, cioè ai desideri nascosti che sono all'origine del sogno stesso.
7) Nel linguaggio musicale, modo con il quale un artista rende un personaggio, esegue un brano musicale, ecc.: Toscanini ha lasciato delle splendide interpretazioni wagneriane. Per l'interpretazione nel teatro, vedi attore.