decifrazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XVI; da decifrare]. Interpretazione di un testo cifrato o comunque oscuro; in particolare, in sede linguistica, interpretazione di una scrittura ignota.

Paleografia

Soprattutto a partire dall'inizio del sec. XX furono decifrate le scritture cuneiformi persiana antica, neoelamita e babilonese, la scrittura geroglifica egiziana, la scrittura sillabica cipria, la scrittura lineare B micenea, la scrittura geroglifica ittita. La storia di queste decifrazioni permette di fissare alcuni principi metodologici fondamentali: anzitutto già prima della decifrazione vera e propria in base alla linea incompleta della parte finale di un'iscrizione non mutila si può stabilire il senso della scrittura (orizzontale o verticale, destrorso o sinistrorso); a volte è possibile anche riconoscere preliminarmente se il testo da decifrare presenta una separazione delle parole a mezzo di lineette, punti o altri segni convenzionali; sulla base del numero dei segni è possibile anche intuire l'eventuale tipo di scrittura (alfabetica, sillabica, ideografica o mista). Il fattore di maggiore importanza nel procedimento di decifrazione è rappresentato da testi bilingui, che consentono di decifrare la scrittura e la lingua di un testo mediante la conoscenza della lingua e della scrittura dell'altro testo. Si è però verificato anche il caso di decifrazioni di scritture, come quella geroglifica ittita, fatte senza l'ausilio di testi bilingui e successivamente convalidate dal rinvenimento di documenti bilingui. Importante è anche il metodo combinatorio che si fonda su un esame della coerenza interna delle varie parti dei documenti di una data lingua (in iscrizioni funerarie dal ripetersi di particolari formule si potrà dedurre quali complessi grafici indichino il nome del defunto, la sua età, l'eventuale patronimico e il nome delle persone che hanno posto l'iscrizione stessa; in iscrizioni votive dalla posizione di determinate parole si potrà arguire il nome dell'offerente, quello della divinità a cui viene fatta l'offerta, quello della persona per cui l'offerta è fatta, l'eventuale oggetto offerto, ecc.). La decifrazione di una scrittura sconosciuta potrà portare alla scoperta di una lingua nota (come nel caso del dialetto greco di Cipro rivelatoci dalle iscrizioni epicoriche in alfabeto sillabico), ovvero anche di una lingua ignota (come nel caso dell'ittita geroglifico emerso dalla decifrazione della scrittura geroglifica ittita). Si potrà allora ricorrere anche al metodo etimologico, che consiste nel tentare di spiegare una lingua con la comparazione di altre lingue note che si suppongono affini alla lingua da interpretare. Naturalmente i risultati saranno tanto più sicuri quanto più stretta e certa è l'affinità delle lingue in questione: così per i testi del persiano antico fu di valido aiuto la conoscenza dell'avestico e del vedico. Del metodo etimologico si è però spesso fatto un uso incauto e acritico ricavando arbitrarie e infondate conclusioni da consonanze approssimative e spesso puramente casuali. Quando si tratta di spiegare una lingua ignota i cui documenti sono attestati in una scrittura nota, il termine di decifrazione è impreciso e improprio, mentre è più appropriato quello di interpretazione: nel caso dell'etrusco, per esempio, lingua in gran parte ignota ma scritta in un alfabeto ben noto e leggibile, e per i testi cuneiformi dell'ittita.

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